Ict in azienda: Italia bene ma non troppo

A corollario dei dati Istat, un raffronto tra la situazione italiana e quella degli altri Paesi europei.

Quando i dati Istat rilanciano un’immagine confortante dell’Italia, con il 95,1% delle imprese con almeno dieci dipendenti dotate di computer e il 93,7% dotate di connessione a Internet, diventa interessante provare a parametrare gli stessi dati con quelli resi disponibili proprio due giorni fa da Eurostat e relativi all’utilizzo delle tecnologie Ict nelle imprese di tutta Europa.

I dati, va precisato, sono riferiti allo stesso lasso temporale e vanno ascritti tutti al mese di gennaio 2010.

Per quanto riguarda l’accesso a Internet, la media dei 27 Paesi europei si attesta su un tasso di penetrazione del 94%, con comprensibili scarti tra le grandi imprese, ormai connesse nel 99% dei casi e le piccole imprese ferme al 94%.
Più evidente si fa lo scarto quando si parla di connessioni a banda larga, disponibili nel 96% delle grandi aziende e nell’83% delle piccole e medie imprese.
Se poi si parla di banda larga mobile, si va da un tasso di penetrazione del 67% nelle grandi imprese a un davvero esiguo 22% nelle pmi.
Un simile scarto si registra anche quando si parla di adozione di Intranet e il rapporto 80 a 29 ne dà la misura.

In questo scenario, se è vero che la nostra media nazionale risulta perfettamente in linea con quella europea, è altrettanto vero che non bisogna perdere di vista le eccellenze. Che si chiamano Finlandia (prima in classifica con un tasso di penetrazione pari al 100%), Islanda, Olanda, ma anche Belgio, Germania, Slovacchia e Spagna. Dei ventisette Paesi dell’Ue, diciannove ci superano. E non è un dettaglio.

Se parliamo di banda larga mobile, poi, il nostro 19% di penetrazione nelle imprese fa davvero una figura un po’ magra non solo di fronte al 68% dei soliti finlandesi, ma anche al 46% degli austriaci, al 35% degli spagnoli e al 32% dei croati.
E per fortuna siamo tra le nazioni con il più alto tasso di penetrazione di telefoni cellulari.

Non va certo meglio con il commercio elettronico.
In Europa, nella media, il 14% del fatturato delle imprese è generato attraverso attività di e-commerce. L’Irlanda surclassa tutti gli altri Paesi, arrivando alla soglia del 25%. L’Italia, però, è quartultima, ferma a un risicatissimo 5% che fa concorrenza solo al 4% della Romania, al 2% della Bulgaria e all’1% di Cipro. Anche in questo caso, riflettendo sul peso del turismo nella nostra bilancia commerciale, il dato è a dir poco sconfortante.

Va decisamente meglio quando si analizza l’utilizzo delle tecnologie Ict all’interno o all’esterno dell’azienda, per comunicare lungo tutta la supply chain. Con una media europea attestata al 28%, l’Italia si colloca al quattordicesimo posto, con un tasso di penetrazione del 32%. Segno che a livello organizzativo l’impatto dell’Ict viene comunque percepito.

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