Ibm vuole piu profitti e Lotus licenzia

La dirigenza Lotus sarà fortemente impegnata per questo mese con le decisioni relativi alla strategia di riduzione dei costi chiesta in modo esplicito dalla casa madre, Ibm. La sussidiaria di Big Blue è stata incaricata di ridurre le spes …

La dirigenza Lotus sarà fortemente impegnata per questo mese con le
decisioni relativi alla strategia di riduzione dei costi chiesta in
modo esplicito dalla casa madre, Ibm. La sussidiaria di Big Blue è
stata incaricata di ridurre le spese e contribuire in modo più
cospicuo al bilancio consolidato Ibm. Per eseguire il mandato Lotus
potrebbe essere costretta a dismettere fino a 1.100 dei suoi 7.500
impiegati, a quanto riferiscono i bene informati. La portavoce di
Lotus, Maryrose Greenough, ha tuttavia ribadito che nessuno ha ancora
preso alcuna decisione in merito ai tagli. "Già in questo momento è
in atto un forte ridispiegamento del personale. Alcuni di loro verrà
spostati in Ibm, altri ad altre funzioni all’interno di Lotus, altri
ancora, se necessario, riceveranno la lettera di licenziamento", ha
detto, aggiungendo anche che nessuno, internamente o esternamente a
Lotus, vuole commentare eventuali obiettivi di utile.
Dentro a Lotus si dice però che i tagli arriveranno già entro la fine
di questo mese, anche se tutto avverrà in sordina. L’amministratore
delegato, Al Zollar, ha già descritto sinteticamente i mutamenti
previsti. In un memo a diffusione interna trasmesso agli impiegati a
inizio anno Zollar ha specificato che Lotus deve concentrarsi sulla
profittabilità. L’obiettivo "non può essere nulla di meno" che
dar vita a una "nuova" Lotus, scrive Zollar, al timone dell’azienda
dal gennaio 2000. Ibm non ha mai comunicato il fatturato disaggregato
Lotus, che viene però stimato intorno al miliardo di dollari, per un
profitto pretasse pari al 15-20% di questa somma. Il problema, dicono
sempre le voci di corridoio, è che il volume d’affari è rimasto
immutato anche se il numero di addetti sarebbe passato da 5.000 a
7.500 negli anni successivi all’acquisizione da parte di Ibm, che nel
giugno del 1995 aveva pagato Lotus 3 miliardi e mezzo di dollari.

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