Ibm tasta il polso al procurement

Big Blue fa un’indagine europea che scopre che ai responsabili acquisti i Ceo chiedono risultati che non possono raggiungere, stante una generale scarsità di competenze.

Ibm ha realizzato un’indagine a livello europeo con manager che si occupano di procurement e ne ha combinato i risultati con una ricerca online globale realizzata in collaborazione con la Economist Intelligence Unit su 300 manager responsabili degli acquisti.


Le risposte hanno evidenziato come oltre il 75% del campione debba aumentare il focus sul procurement per ottenere risparmi. In altre parole, il procurement sarà un fattore importante per la crescita e la competitività.


Lo studio combinato, chiamato 2005 Chief Purchasing Officer e pubblicato dalla Ibm Business Consulting Services, sottolinea come agli uffici acquisti oggi sia richiesto di andare oltre la funzione di negoziazione al miglior prezzo per un particolare prodotto.


Piuttosto, i Cda e i Ceo chiedono al proprio procurement di avere l’abilità strutturare la supply chain per migliorare la reattività aziendale e mantenere la competitività sui mercati.


Tra gli intervistati, oltre il 75% degli executive con responsabilità sugli acquisti, però, ha dichiarato che i rispettivi team non hanno esperienza nell’affidare in outsourcing gli approvvigionamenti, e meno del 25% degli interpellati ha evidenziato un’esperienza dei propri gruppi di lavoro nel procurarsi competenze quali processi di pagamento o servizi in outsourcing.


Il personale del procurement, insomma, pare aver bisogno di un aggiornamento delle proprie competenze. Dai dati dell’indagine emerge come il 65% dei senior executive con responsabilità sugli acquisti abbia espresso al primo o secondo posto nella scala delle priorità l’esigenza di aggiornare le competenze del personale qualora si intenda migliorare le performance del proprio dipartimento nell’arco dei prossimi tre anni.


Le tre strategie per migliorare le performance del procurement evidenziate dagli interpellati si basano sulle persone: gestione e mantenimento del personale più capace, aggiornamento delle competenze, e formazione per migliorare le capacità di procurement di base.


Ricorre, anche in quest’indagine, la Cina, che è la prima destinazione per cercare fornitori più economici. Lo afferma più del 60% dei senior executive intervistati.


Il procurement, però, non comprende le prestazioni: solo il 16% degli intervistati misura sistematicamente le performance del servizio interno di procurement.


E poi a gestione dei fornitori non è strategica: il 38% dei senior executive responsabili degli acquisti gestisce attivamente meno della metà della propria base di fornitori di materiale diretto.


Per arrivare a questi dati i consulenti della Ibm Business Consulting Services hanno discusso con 45 Chief procurement officer di 14 settori in 8 paesi europei. Collaborando con la Economist Intelligence Unit, poi, Ibm ha condotto una ricerca online per confrontare il punto di vista europeo con quello del resto del mondo, intervistando altri 300 senior executive responsabili degli acquisti in 64 paesi e in un’ampia gamma di settori di attività.


Il procurement, quindi, diventa un’area fondamentale e i Cpo devono essere reattivi e focalizzati in modo da fornire al proprio personale le competenze necessarie. Questa è l’opinione, a chiosa dell’indagine, espressa da Gaetano Sodo di Ibm Business Consulting Services.


Il processo di sviluppo delle competenze, insomma, è rimasto indietro, e oggi si assiste oggi a una carenza di skill appropriati.


In più, ci si deve soffermare sul fatto che le società ormai dedicano sempre più budget alle terze parti e affidano in outsourcing un numero crescente di funzioni storicamente effettuate al proprio interno, e questo per potersi concentrare sulle competenze di base, restare competitive e ridurre i costi.


Insomma, da una parte si chiede al procurement di migliorare, ma dall’altra gli si toglie risorse.


Il clima da “nozze coi fichi secchi” andrebbe depurato e chiarito, con un intervento determinante da parte dei Ceo.

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