Ibm spinge i partner verso Linux

Las Vegas 4 marzo 2004 Malgrado l’ammissione di responsabilità fatta dallo stesso Sam Palmisano, che ha riconosciuto l’ecessiva complessità della strategia on-demand, per lo meno per come è stata finora trasmessa alla comunità dei partner, qualche perp …

Las Vegas 4 marzo 2004 Malgrado l’ammissione di responsabilità fatta dallo
stesso Sam Palmisano, che ha riconosciuto l’ecessiva
complessità della strategia on-demand, per lo meno per come è stata finora
trasmessa alla comunità dei partner, qualche perplessità ancora sepreggia.
Almeno stando alle testimoninanze raccolte dalla stampa americana tra partner,
che ancora si interrogano su quali siano le effettive differenze tra
l’on demand di Ibm, l’adaptive enterprise di Hp e N1 di Sun
Microsystems
.
Nessuna perplessità e nessuna possibilità di equivoco,
invece, è lasciato ai partner circa l’importanza degli standard.
Ogni
industria matura
– ha dichiarato Palmisano – ha adottato degli
standard. L’It è una industria giovane che sta maturando adottando gli standard.
Bisogna avere standard. E’ necessario. E’ l’unico modo per risolvere problemi
grandi, importanti, complessi
“.
E l’esortazione diventa un messaaggio
ancora più forte: “Dovete adottare la nostra vision. Dovete impegnarvi sugli
standard aperti. Fatelo e noi investiremo con voi per aiutarvi ad avere ancora
più successo
“.
Ed è chiaro che nella vision di Ibm, quella vision che
chiede ai partner di sposare, gli standard aperti significano molto
semplicemente Linux.
Un invito che diventa mandatorio, che
diventa impegno programmatico.
Tanto che ai partner, che lo scorso
anno avevano fatturato 500 milioni di dollari in soluzioni Linux
,
quest’anno viene chiesto di raddoppiare il risultato. Un miliardo di
dollari è il nuovo target
. Il che, la dice davvero
tutta.

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