Ibm – Serve un pool di sistemi con pianificazione e monitoraggio

Giorgio Richelli, systems architect

Spesso si tende a pensare che l’impiego di tecnologie avanzate come quelle di virtualizzazione sia conveniente e applicabile nelle aziende e nei data center di grandi dimensioni. In realtà, i vantaggi, tra cui la capacità di rispondere velocemente e in modo efficace alle fluttuazioni dei workload, il consolidamento, la semplificazione e una maggiore resilienza e reattività dell’infrastruttura, sono di grande beneficio a tutti i livelli, anche nelle Pmi.

Bisogna però sottolineare che la virtualizzazione spesso può complicare le attività di gestione, in quanto aggiunge un nuovo livello di sistemi che devono essere controllati, installati e gestiti. Inoltre, comporta spesso il coinvolgimento di team di gestione spesso abituati a lavorare in modo disgiunto fra loro (reti, sistemi, storage). Di conseguenza, dando per scontato che un’organizzazione abbia già portato a termine una sperimentazione per verificare gli impatti e le modifiche alle attività operative, una pianificazione delle attività è la base di partenza per tutte le attività in questo campo.

L’adozione di strumenti di monitoraggio e controllo integrati con l’ambiente virtualizzato è un secondo punto di fondamentale importanza, purtroppo spesso trascurato. Gli strumenti presenti in azienda non forniscono ancora un’integrazione completa con i meccanismi di gestione dei sistemi virtuali e l’integrazione dello stack software con la piattaforma hardware sottostante non è una caratteristica scontata. In ogni caso, partendo da basi solide, il Roi può essere ottenuto in tempi veramente modesti, che possono essere addirittura misurati in mesi piuttosto che anni. I benefici in termini di Tco, e in particolare quelli relativi ai costi dovuti ad alimentazione, raffreddamento e spazi, sono facilmente dimostrabili. Evidentemente però, per quantificare questi benefici, la qualità della virtualizzazione, intesa come flessibilità, granularità, efficienza degli hypervisor, gioca un ruolo fondamentale. E, da questo punto di vista, non tutti i sistemi sono uguali.

Pensando al futuro, l’evoluzione delle infrastrutture porterà alla possibilità di estendere la virtualizzazione oltre i confini del singolo server fisico. In questo modo sarà possibile costituire dei pool di sistemi omogenei che appariranno e verranno gestiti come un’unica entità virtuale. Questo passo segnerà il passaggio a una nuova fase. Ma l’effettiva fruibilità, e di conseguenza il successo, di queste nuove tecnologie saranno legati alla disponibilità di strumenti che permettano di sfruttarne al meglio le caratteristiche e le funzionalità operative.

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