Ibm riorganizza il software «in verticale»

Francesco Angeleri da luglio guida il Software Group italiano al posto di Roberto Zardinoni, che ha preso il timone di tutta l’area SouthWest europea. Ora c’è un orientamento per industry, declinato da tre business unit.

In Italia dal primo luglio c’è stato un avvicendamento al vertice nell’area Software Group, in quanto a Roberto Zardinoni, che è diventato vice president Software Ibm SouthWest Europe, è subentrato Francesco Angeleri (nella foto), in Ibm dal 1985, dove ha avuto modo di conoscere i molteplici settori della società.


Dal momento che l’Europa è stata riorganizzata in due aree, NorthEast e SouthWest, alle singole country è stata attribuita una maggior autonomia gestionale, che Angeleri ha colto al volo, tra i primi in Europa, per riorganizzare la sua struttura (diventerà operativa da inizio 2006) e focalizzarla sui diversi settori d’industria (ne ha individuati 12) seguiti, in base alla tipologia delle società che vi operano, da tre nuove business unit.


La prima è rivolta ai grandi clienti, l’altra alle Pmi e nuove opportunità, una terza dedicata al canale, ai system integrator e Isv (Independent software vendor).
L’obiettivo dichiarato dal manager è quello di poter contare su strutture più agili e snelle, in grado di meglio interfacciarsi con i clienti.


L’area Software Group è per Ibm strategica, in quanto rappresenta il 15% del fatturato mondiale e nel primo semestre 2005 ha raggiunto 7,4 miliardi di dollari, pari a una crescita del 10%, che diventa l’11% solo nel middleware.


Angeleri ha ricordato il patrimonio di offerta che la società dispone e nel fare una carellata dei risultati dei 5 brand della divisione, ha sottolineato come WebSphere, nel secondo trimestre 2005, sia cresciuto del 18%, con punte di un +36% per Websphere Portal.
Per Db2 l’incremento è stato del 15% (rispetto al secondo trimestre del 2004), che sale al 17% per Lotus (grazie a Notes/Domino e Workplace). Un +28% ha caratterizzato l’andamento dell’area Tivoli (nella quale rientrano sicurezza, storage e automation) mentre è aumentato dell’8% l’ultimo brand arrivato, Rational, definito da Angeleri «un acquisto molto importante, in quanto ci ha consentito di entrare nel mondo puro dello sviluppo, dove Ibm storicamente non era presente e i cui benefici si vedranno quando ci sarà più integrazione all’interno del nostro set di prodotti».


Sul fronte delle strategie, il manager ha ribadito che Soa (Service oriented architecture) è l’elemento portante per realizzare l’azienda on demand, quella cioè che, grazie a una perfetta integrazione dei processi di business (end-to-end all’interno dell’impresa e con partner, fornitori e clienti) è in grado di rispondere tempestivamente a qualsiasi richiesta del mercato o minaccia esterna. Soa è fatta di prodotti, molti dei quali sono nell’area WebSphere.


«In quest’ambito siamo ancora nella prima fase – ammette Angeleri – in quanto mancano ancora molti prodotti, ma è importante avere già una chiara visione d’insieme. Quando una società approccia un progetto, deve tener conto della possibilità di interfacciare tutte le componenti con un approccio standard e questo, per l’utente, farà la differenza».


La risposta di Ibm è Soa Foundation, un’infrastruttura software integrata, aperta, supportata da best practice e modelli, che punta anche sulle competenze e sui partner per meglio approcciare il mercato.


Tra gli annunci fatti nel 2005, il manager ha ricordato la Software Development Platform, al cui interno è presente tutta una serie di componenti, tra i quali ha un posto di primo piano Rational; Information Management Services, il cui valore è stato completato con l’inserimento di Ascential (altra nuova acquisizione) che si occupa dell’integrazione, trasformazione e analisi dei dati e Lotus Notes & Domino 7 per le esigenze dei knowledge worker.

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