Ibm “rinnova” la stampa professionale

Presentata una tecnologia rivoluzionaria per la stampa transazionale in quadricromia, oltre a nuove funzionalità software.

Big Blue porta “aria nuova” nell’offerta di stampanti transazionali destinate, cioè, ai grandi centri stampa delle banche, assicurazioni e aziende o agli outsourcer, che gestiscono contratti di fornitura di stampati per altre organizzazioni.

«L’obiettivo che ci siamo posti – chiarisce Carlo Felice Biassoni, manager Production Printing Solutions Europa Sudoccidentale di Ibm – è quello di avere, all’interno delle grandi banche o delle aziende che, per necessità di reportistica o di marketing, stampano molto, quella che noi definiamo una automated document factory, gestita per compiti. Grazie all’integrazione completa del workflow di stampa, resa possibile dalle nuove funzionalità introdotte nel software Infoprint Process Director, sarà ancora più facile gestire tutti i flussi in entrata e i lavori, visualizzarli, seguirli e intervenire, direttamente e con tempestività, sulle singole stampanti, qualora si verifichino dei cali di produttività».

Big Blue ha anche apportato alcuni miglioramenti sostanziali alle sue macchine di stampa in bianco e nero su grandi quantità, le Infoprint 4100, presentate nel settembre del 2005.

Le funzionalità aggiunte rendono questa soluzione adeguata alle esigenze del mondo delle arti grafiche. Sfruttano, infatti, la tecnologia proprietaria Ibm Supercell, in abbinamento ad alcuni accorgimenti, quali la Accutone Calibration e la Color Application Emulation, che permettono di emulare le stampanti in quadricromia sfruttando in modo ottimale i 256 livelli di grigio delle Ibm 4100.

Sul fronte della stampa a colori in grandi quantità, invece, Big Blue si è fatta promotrice, nel 2005, dell’Afp (Advanced Function Presentation) Color Consortium, che si propone di sviluppare un’architettura aperta per la gestione del colore nella stampa transazionale.
A oggi, il consorzio raggruppa 31 membri e lo scorso maggio è stato pubblicato il primo rilascio di una specifica che va proprio nella direzione di garantire la miglior interoperabilità tra gli apparati di produttori differenti, in modo da assicurare che qualsiasi stampante di uno dei 31 vendor, purché correttamente descritta, sia in grado di produrre output della stessa qualità degli altri.
Lo scorso giugno, poi, è stata decisa dal consorzio l’apertura anche delle architetture di stampa transazionale in bianco e nero, per ottenere i medesimi scopi, ovvero una qualità “certificata” dell’output e una miglior interoperabilità tra gli apparati.

Ma Ibm ha anche presentato, nei giorni scorsi, una nuova tecnologia, battezzata Infoprint Color Technology, attualmente in fase di testing, che dovrebbe superare i limiti della stampa a flusso continuo di inchiostro con alcune “astuzie”: «Anzitutto – conclude il manager – sfrutta la tecnologia Drop on Demand, che permette di generare le gocce d’inchiostro solo quando servono e, soprattutto, permette di tarare la dimensione delle gocce, per evitare sprechi e garantire una miglior risoluzione a livello visivo. Inoltre, con le novità apportate, non è necessario utilizzare carte speciali, più costose di quelle a grammatura comune. Infine, il nostro brevetto prevede la sostituzione del tradizionale inchiostro diluito in acqua con un inchiostro rivestito in resina, che mantiene inalterata nel tempo la qualità della stampa».

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