Ibm punta al raddoppio di Linux

Varato il progetto Chiphopper, per il porting di applicazioni Linux sugli eServer. Obiettivo: 12mila vendor.

Ibm sta puntando ad ampliare la base degli Isv coinvolti nella propria iniziativa Linux. Anzi, intende proprio raddoppiarla.


Sono 6mila, infatti, i vendor software che, dal 2000 (anno in cui Big Blue varò la propria strategia Linux) a oggi hanno effettuato almeno un porting di proprie soluzioni software sotto l’Os libero catalogate nella Global Solutions Directory di Ibm, ovvero annoverati come partner.


Il nuovo obiettivo, da raggiungersi in un lasso di tempo notevolmente inferiore (limite, il 2007), è 12mila fornitori di soluzioni compatibili non solo con Linux, però, ma anche con buona parte della gamma di server di Armonk: zSeries, pSeries e iSeries. Ovvero, mainframe, sistemi Unix e medi.

Tutte componenti, quindi, essenzialmente di backend, ovvero tese alla costruzione dell’infrastruttura informatica aziendale.


Per farlo, Ibm ha varato un programma chiamato, in codice, Chiphopper, e che sta tutto nell’iniziativa eServer Application Server Advantage for Linux.


Consta di software di test per il porting degli applicativi, fruibile anche accedendo ai laboratori di Big Blue, e sostenibile con iniziative di marketing congiunto per la promozione delle nuove soluzioni aperte a Linux.


Nella fattispecie tecnica, tramite il software Chiphopper i vendor possono verificare se alcuni elementi delle loro applicazioni sono strettamente legate al funzionamento con particolari tipi di hardware (e quindi porvi rimedio) e possono capire se il loro codice si conforma alle specifiche Linux Standard Base.

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