Ibm mostra i primi strumenti di autonomic computing

In rampa di lancio tre nuove tecnologie, progettate per prevedere improvvisi aumenti de carico di lavoro e accrescere automaticamente la capacità di gestirli.

10 marzo 2003 La prossima settimana, Ibm mostrerà tre nuove tecnologie software progettate per permettere ai sistemi di rispondere automaticamente alla richiesta di risorse di calcolo. Le tre nuove tecnologie fanno parte dell’iniziativa di autonomic computing da tempo portata avanti da Big Blue.

Denominate Adaptive Forecasting, Rapid Reconfiguration e Online Capacity Planning, le tecnologie sono state sviluppate assieme dall’Ibm Research Division e Software Group e saranno inizialmente adottate da Ibm Global Services che le includerà nella propria offerta. Le tecnologie sono progettate per prevedere improvvisi aumenti de carico di lavoro e accrescere automaticamente la capacità di gestirli. La casa di Armonk ha affermato che tali tecnologie sono state costruire per lavorare assieme alla versione 5 del proprio software WebSphere Application Server e alla versione 8 del sistema di gestione del database Db2 e per lavorare potenzialmente con altre piattaforme e applicazioni.

WebSphere 5.0 aggiunge di suo capacità di self-healing per analizzare i pattern di transazione che mostrano potenziali guasti e possiede anche caratteristiche di autoconfigurazione per permettere all’application server di creare raccomandazioni sui livelli di performance per gruppi di utenti o specifiche applicazioni, ricercare automaticamente e mettersi in clustercon ogni altro server che funziona con WebSphere 5.0.

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