Big Blue ha proposto i primi modelli basati sul progetto eLiza, che intende minimizzare l’intervento umano nella gestione dei sistemi. Si tratta di macchine realizzate su piattaforma Risc/Unix e indirizzate soprattutto alle piccole e medie imprese.
Ogni tanto rispunta una vecchia questione: possono i computer essere intelligenti. In effetti, sono in grado di battere il campione del mondo di scacchi, ma ancora oggi la minima operazione imprevista è in condizione di metterli fuori servizio o rallentarne vistosamente il funzionamento. Il progetto eLiza di Ibm, si attacca a questo paradosso e intende dare ai sistemi informatici la capacità di autoamministrarsi senza intervento umano.
Al di là della filosofia di base, Big Blue ha anche già annunciato i primi modelli che obbediscono alle citate caratteristiche. Si tratta di tre macchine indirizzate soprattutto alla gestione di siti Web o di transazioni online e dotate di processori PowerPc, sistema operativo Aix o Linux e capacità di partizionamento (vari sistemi possono essere consolidati in un unico server). eLiza può adattarsi a diverse piattaforme e sistemi operativi, poiché su di essi si colloca un middleware capace di controllare, amministrare, riparare e ottimizzare un sistema informatico, senza intervento dell’uomo. A conferma di ciò, Ibm afferma che i nuovi server possono gestire una rete di circa venti macchine basate su piattaforma Intel e
altri standard industriali. I sistemi possono anche ricevere comandi o essere monitorati da dispositivi wireless. Le macchine si devono inserire, comunque, in una infrastruttura più ampia, di tipo Internet, che raccoglie elementi hardware(front end, server generici e dedicati, strumenti di storage) e software, legati da switch. Si tratta di una soluzione che Big Blue intende indirizzare soprattutto alle piccole e medie aziende, che intendono gestire le proprie transazioni in rete o le operazioni online.
Più in generale, secondo una logica di derivazione biologica, eLiza si propone di realizzare un sistema informativo capace di adattarsi e di reagire a fatti imprevisti, autoriparandosi o configurandosi in funzione di una determinata attività. Qualche pezzo del puzzle è già disponibile, come il middleware WebSphere, che offre funzioni di riconfigurazione automatica in relazione al carico di lavoro. I mainframe eServer z900, peraltro, sono già in parte autoamministrati, essendo capaci di prevedere o evitare certi incidenti (manutenzione proattiva). Ibm dispone anche di Oceano, un prototipo di server farm autoriconfigurabile in funzione delle richieste degli utenti. Una certa evasività, invece, è stata mantenuta sul modello di commercializzazione di eLiza. Big Blue pare ancora indecisa se limitarsi a un’opzione proprietaria (sui soli server della casa), passare al licensing (facendo di eLiza un vero e proprio software commerciale) o proporlo come servizio. Il progetto è, comunque, pianificato su un quinquennio e assorbirà il 25% delle risorse di ricerca & sviluppo dell’area server.