Ibm, entra nel vivo il progetto cloud computing

Presentato Blue Cloud, iniziativa per far usare il datacenter come se fosse il Web.

Ibm ha presentato a Shanghai, in Cina, i piani per il progetto “Blue Cloud”, che dovrà consentire alle aziende di utilizzare i data center al modo di Internet, dando cioè la possibilità di eseguire attività informatiche attraverso una rete di risorse distribuite e accessibili a livello globale e non più su macchine locali o centri di calcolo remoti, pratica conosciuta a livello teorico come cloud computing, ossia “a nuvola”.

Il progetto Blue Cloud si baserà su standard aperti e software open source supportati da servizi, tecnologie e software Ibm.

Vi partecipano più di 200 ricercatori Ibm di tutto il mondo, ovviamente tramite Internet.

Big Blue sta attualmente collaborando a iniziative sul cloud computing con società, università, imprese ed enti governativi, tra cui il Ministero della Scienza e della Tecnologia del Vietnam, che ha annunciato un progetto dedicato.

Le prime offerte Ibm “Blue Cloud” dovrebbero essere disponibili nella prossima primavera con il supporto di sistemi con processori Power e x86.

A Shanghai Ibm ha dimostrato come le tecnologie cloud computing, operanti su BladeCenter con processori Power e x86, siano in grado di distribuire in modo dinamico le risorse a seconda delle continue variazioni dei carichi di lavoro generati da un’applicazione.

Ibm pensa di poter rendere disponibile presto un ambiente di cloud computing sui mainframe System z sfruttandone le capacità di virtualizzazione. I piani prevedono anche ambienti cloud basati su cluster rack ad alta densità.

Blue Cloud userà sistemi operativi Linux virtualizzati con Xen e Power Vm, in combinazione con lo schedulatore per carichi paralleli Hadoop. Blue Cloud è supportato dal software Tivoli di gestione dei server.

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