Ibm e Motorola, di nuovo insieme per il PowerPc

I due produttori hanno annunciato un piano congiunto di sviluppo tecnologico destinato a creare nuovi processori PowerPc per dispositivi embedded. Fra i vantaggi principali vi sarebbero la compatilita software con l’attuale piattaforma PowerPc .

Ibm e Motorola uniscono nuovamente le forze per rinnovare l’architettura
PowerPc, ma con l’obiettico prioritario di sviluppare chip per i
dispositivi embedded. L’annuncio, effettuato presso l’Embedded Processor
Forum, significa innanzitutto che la collaborazione tra le due società s
ul
tema in oggetto è tutt’altro che morta. Anzi, in rilascio di questa sorta
di roadmap si pone anche lo scopo di "tranquillizzare" tutti i produttori
che fanno uso della tecnologia, fornendo chiare garanzie per il suo futuro,
come ha sottolineato Will Swearingen, direttore marketing PowerPc di
Motorola. In secondo luogo, indica forse che Apple, l’unico produttore che
utilizza chip Power Pc all’interno di sistemi desktop, ha un ruolo tutto
sommato secondario nell’indirizzare le scelte tecnologiche alla base della
propria piattaforma.
Ma torniamo alla nuova architettura. Denominata in codice Book-E, la
piattaforma dovrebbe standardizzare alcuni elementi base delle diverse
tecnologie attualmente utilizzate da Big Blue e Motorola, consensendo, al
tempo stesso, di realizzare con più facilità chip personalizzati. L’ambi
to
di destinazione dei nuovi processori sarà esteso a tutti i dispositivi
embedded low-cost, che comprende set-top-box, apparecchiature di rete,
sistemi di controllo per le automobili, ma anche smart phone e Pda. Dai
primi dettagli tecnici resi noti, risulta che il vantaggio più rilevante
dell’architettura Book-E sarà la possibilità di migrare facilmente dal
design a 32 bit a quello a 64 bit. In sostanza, le applicazioni scritte per
l’attuale piattaforma a 32 bit dei PowerPc potranno funzionare anche sulla
versione a 64 bit del chip. E gli sviluppi su questo particolare design
potrebbero, di riflesso, agevolare anche Apple Computer nella migrazione ai
64 bit, anche se viene ribadito, il mercato dei Pc desktop non è alla base
degli sviluppi tecnologici dei due partner coinvolti. Altro vantaggio
sostanziale del nuovo design, che ha a che fare con la possibilità di
"personalizzare" il chip, risiederebbe nella possibilità di aggiungere
unità di processo per specifiche applicazioni, grazie all’accoppiamento di
un co-processore specializzato, per esempio, per funzioni Dsp (Digital
Signal Processor) o di accelerazione grafica. Tornando alla collaborazione
tra Ibm e Motorola, le finalità sono chiare ma, come ha affermato Elliott
Newcombe, pm manager della divisione Microelectronics di Big Blue
"abbiamo produzioni separate e offriremo prodotti basati su questo nuov
o
core in modo indipendente"
. Matrimonio sì, insomma, ma con separazio
ne
dei beni.

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