Ibm e Hp d’accordo. Nessuna ripresa nell’It fino al 2003

I due big concordano nel pessimismo su un rilancio a breve termine del mercato informatico. Per entrambi il momento è propizio per rivedere i piani di business e assottigliare la struttura. Peraltro, Big Blue mantiene promesse di utili a due cifre e Hp ha chiuso bene il trimestre.

Il dualismo Ibm-Hp (nuova) sta prendendo corpo. Entrambe le aziende vivono momenti di transizione, con presupposti e caratteristiche differenti, ma che si confrontano con una realtà di mercato critica come non lo era da molto tempo. I due Ceo, Sam Palmisano e Carly Fiorina, hanno incontrato gli analisti e su un punto si sono trovati d’accordo: non sembrano esserci concrete prospettive di ripresa fino al 2003.


Il numero uno di Big Blue ha evidenziato, rispetto al predecessore Louis Gerstner, un maggior senso della visione, cosa che può aiutare a capire il momento della società e del mercato nel complesso, anche se magari lascia senza risposta temi più urgenti, come, ad esempio, la misura dei licenziamenti che l’azienda avrebbe in cantiere per rilanciare i conti. Secondo Palmisano, l’azienda ha avuto, fra il 2000 e il 2001, guadagni in quote di mercato in vari settori, come database, mid-dleware, server e storage, mentre più piatto è stato l’andamento nei servizi e nei pc. In prospettiva, Palmisano ha confermato che la società rimane in linea con l’obiettivo di crescita a due cifre degli utili per azione. Il manager ha riconosciuto che occorre un taglio tra 1 e 2 miliardi di dollari nei costi per raggiungere l’obiettivo, ma anche che è fondamentale investire nella ricerca e sviluppo per innovare e guidare il mercato. Sui licenziamenti sono circolate indiscrezioni che parlano di riduzioni d’organico nell’ordine del 2,5-3% (circa 8-9mila persone). Probabilmente, l’alleggerimento potrà essere raggiunto con incentivi alla fuoriuscita, un ridimensionamento delle attività produttive nei semiconduttori (dove il fatturato è calato del 40%) e sgravi come quello che si prospetta con il ventilato accordo di passaggio a Hds delle attività nel settore dei disk drive.


Per quanto riguarda Hp, è presto per avere indicazioni finanziarie legate alla fusione con Compaq, ma l’ultimo trimestre in "solitario" è stato buono. Anche se il fatturato è calato del 9% rispetto a un anno fa, gli utili netti sono balzati da 47 a 252 milioni di dollari. L’Europa ha molto contribuito a questi risultati, essendo l’unica regione ad aver segnato una crescita di fatturato (+2%). Va detto che nel primo quarter 149 milioni di dollari sono stati spesi solo per la fusione legale con Compaq. Fiorina ha confermato di non attendersi recuperi negli investimenti It per il resto dell’anno. I segmenti del manufacturing e delle Tlc appaiono depressi. Nel contempo, è partita l’opera di ristrutturazione, che prevede un taglio di 15mila persone dall’organico. Per 9mila sarà attuato un piano di prepensionamento. Il costo dell’operazione forse sarà superiore al miliardo di dollari.

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