Ibm difende la propria posizione su Linux

Big Blue prova a rassicurare i propri clienti Linux, tramite il canale di vendita, circa la temuta richiesta di royalty da parte di Sco.

28 luglio

In un messaggio alla rete di vendita fatto per tranquillizzare la clientela di Big Blue dopo le accuse lanciate da Sco. Bob Samson, vice presidente Ibm incaricato della divisione "system sales", accusa a sua volta l’azienda dello Utah, di cercare di estorcere denaro ai clienti attraverso un attacco non suffragato dai fatti.


Espressioni dure, che giungono dopo che Sco aveva denunciato Ibm chiedendo un risarcimento di 3 miliardi di dollari per aver inserito in Linux porzioni di codice Unix protette da copyright.


Pochi giorni fa Sco aveva rilanciato la questione, annunciando di aver ottenuto importanti brevetti su questo codice e di essere quindi intenzionata a chiedere ai clienti Linux di Ibm e altre aziende una licenza d’uso per il sistema operativo UnixWare 7.1.3.


La richiesta era stata inviata a 1.500 imprese elencate nelle classifiche Fortune 500 e Global 2000.


In una nota diffusa tra i partner di canale e citata dall’agenzia stampa Reuters, Ibm ha affermato che Sco impone ai clienti un pagamento sulla base di pure minacce non sostanziate da alcun fatto.


Il messaggio è proseguito con l’invito ai partner a offrire tutta la collaborazione necessaria affinché i clienti possano accedere alla realtà dei fatti per ogni loro dubbio o preoccupazione.


Un portavoce di Sco ha ribattuto affermando che evidentemente Ibm sta prendendo molto sul serio queste minacce, altrimenti, non avrebbe informato i suoi venditori, e aggiungendo che molti clienti dicono di essere potenzialmente interessati ad acquistare la licenza da Sco.


Ibm ha sempre respinto le pretese di Sco, sostenendo che il rivale non ha mai dimostrato di vantare alcun diritto di proprietà intellettuale. Secondo lo specialista in ricerche di mercato Netcraft, Linux avrebbe fatto passi da gigante in termini di penetrazione del segmento dei sistemi operativi per Web server aziendali, con 100 importanti domini acquisiti negli ultimi due mesi (tra cui Schwab, T-Online e Deutsche Bank).


Se Ibm sostiene che Sco non ha ancora indicato una singola linea del presunto codice violato, i portavoce dell’azienda dello Utah invocano un impegno di non disclosure che le impedirebbe di rendere pubblico questo codice.


Pare, comunque, che secondo Sco le porzioni carpite a Unix System V sarebbero quelle relative alle procedure Remove Copy Update (Rcu), Non Uniform Memory Architecture (Numa) e al Journaling File System (Jfs).


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