Ibm coniuga open source e mainframe

Ibm è uno dei vendor più impegnati sul fronte open source, tanto che i Business partner che supportano software Ibm per Linux sono circa 4.700, per un totale di oltre 100.000 sviluppatori che hanno creato oltre 6.500 applicativi supportat …

Ibm è uno dei vendor più impegnati sul fronte open source, tanto che i Business partner che supportano software Ibm per Linux sono circa 4.700, per un totale di oltre 100.000 sviluppatori che hanno creato oltre 6.500 applicativi supportati da software Ibm come WebSphere, Db2, Lotus e Tivoli. Come si legge in un documento ufficiale della società, più di 10.000 dei suoi clienti, in tutto il mondo, hanno scelto Linux soprattutto nell’area mainframe, tanto che almeno il 24% dei clienti zSeries dichiara di svolgere una parte del proprio lavoro di produzione su Linux.
Importante, in particolare, l’impiego di Linux nei supercomputer che effettuano elaborazioni di dati sismici, calcoli finanziari e ricerca sui genomi. Da quando, alla fine del 2000, Linux è stato introdotto sui suoi mainframe, Ibm ha visto aumentare di circa il 20% la mainframe capacity e di circa il 17% i ricavi. Big Blue è in prima fila nel supporto della comunità open source, tanto da aver collaborato a oltre 120 progetti come Eclipse, Apache, SourceForge e Globus e da aver ceduto 500 brevetti all’Open source initiative (Osi) che sono stati inseriti in un parco brevetti comune, relativi alle tecnologie open source.

Ibm supporta poi la diffusione di Linux con il suo Linux Technology Center, costituito da più di 600 ingegneri sparsi per il mondo che lavorano full-time su Linux come parte della community Open solution provider. Se consideriamo le persone Ibm che sono state coinvolte in progetti di ricerca, vendita e marketing relativi a porting di Linux, si supera quota 10.000.
Ibm, inoltre, utilizza Linux al suo interno su più di 3.500 server dedicati ad applicazioni critiche.

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