I vantaggi per le Pmi del modello Asp

Il plus più rilevante è quello di permettere alle imprese di concentrarsi sul proprio core business. Riguardo alle perplessità legate alla sicurezza, nella realtà dei fatti, le informazioni aziendali sono più protette presso gli specialisti che non nei sistemi della società stessa

In Italia molteplici aziende manifatturiere con un
centinaio di dipendenti che realizzano fatturati dell’ordine delle decine di
milioni di euro non hanno ancora una struttura informatica: questo da
una parte vuol dire che non ne possono sfruttare i benefici ma
dall’altra che non devono nemmeno risolvere le varie problematiche che
derivano dall’uso di una rete di pc.
Qualcuna di tali aziende possiede anche
dei pc ma solitamente stand alone. Tuttavia, per poter crescere
ulteriormente, spesso le predette Pmi hanno bisogno di mettere a punto
un’infrastruttura hardware e software, che magari consenta loro anche di
comunicare con filiali o uffici all’estero. A tal fine, le società
necessitano di un software con buone prestazioni e accessibile dai propri
commerciali quando sono in trasferta. Ma, soprattutto necessitano di utility
di gestione comune (come software di gestione integrati o Crm). Per
soddisfare le proprie necessità, le Pmi hanno oggi una nuova possibilità:
ricorrere all’affitto di applicazioni online.
Di Asp, o Application
service provider, si parla da un paio d’anni.
Queste aziende propongono un
modello di prestazione particolare alle imprese: sviluppano, infatti, da
sole o in collaborazione con alcuni editori, applicazioni informatiche
specifiche che, affittate ai clienti, sono disponibili online su una rete
privata. L’offerta copre tutta la gamma di servizi di cui una società può
necessitare: office automation, messaggeria, Customer relationship
management, commerciali, produzione, paghe e stipendi e via dicendo. Il
target di questo servizio è rappresentato sia dalle piccole e medie imprese,
spesso prive delle risorse informatiche necessarie, sia dai large
account.
I rischi del mercato non hanno certo agevolato il decollo del
segmento Asp. Nonostante non abbia sofferto quanto quello delle start up, la
diffusione delle applicazioni in affitto non ha ancora raggiunto il livello
previsto. In virtù di ciò, oggi chi desidera dar vita a un Asp deve
affrontare ancora spese molto rilevanti per mettere a punto le
infrastrutture. Però il mercato decollerà, sostengono gli attori di questo
segmento, lentamente ma decollerà: tutti gli operatori nel settore
concordano nel dire che il 2001 sarà l’anno del decollo delle applicazioni
in affitto. La crescita del mercato Asp dovrà, comunque, derivare da
cospicui miglioramenti nelle reti e dipenderà dallo sviluppo dell’alta velocità.
Rimane, però, un punto fondamentale da affrontare: le forti reticenze,
talvolta di ordine psicologico. Per certe aziende è, infatti, difficile
accettare di lasciare le proprie applicazioni strategiche a società esterne:
il fatto di affidare il proprio portafoglio clienti a terzi, angoscia
numerosi responsabili. Uno studio sulle applicazioni in affitto
realizzato da Sun Mycrosistems mostra che la sicurezza e la qualità dei
servizi fanno parte dei maggiori timori dei potenziali clienti degli Asp. Ma
la realtà dei fatti evidenzia che i servizi informativi interni delle
imprese non sono né molto sicuri né protetti. È più sicuro conservare questo
tipo di informazioni presso degli specialisti.
Comunque sia, per
vocazione il modello Asp tende più a risolvere problemi che non a crearne.
Il suo plus più rilevante è quello di permettere alle imprese di
concentrarsi sul proprio core business: c’è però poco tempo e ci sono pochi
mezzi per convincere le start up che hanno bisogno delle stesse applicazioni
evolute che utilizzano società che operano già da diversi anni.
Le
divisioni storiche dei grandi gruppi oggi diventate filiali sono i clienti
tipo degli Asp: intendono, infatti, continuare a usare le applicazioni
elaborate, ma ormai non hanno più i mezzi per metterle a punto da
sole.
Uno studio condotto da Cap Gemini Ernst & Young ha mostrato che
spesso l’affitto di applicazioni è richiesto quando si sta attraversando
un periodo di confusione a livello organizzativo, come durante una fase di
acquisizione o di internazionalizzazione.

Gli aspetti da valutare
I
criteri da considerare per questo tipo di scelta sono principalmente la
rapidità di impiego delle applicazioni e la possibilità di accedervi in
modalità condivisa o remota. Affittare applicazioni delocalizzate significa
anche, per molti, la fine del supplizio dovuto all’aggiornamento dei
software utilizzati per la contabilità e il magazzino. O meglio, la
scomparsa del rapporto diretto con la società editrice del software: nel
contratto in Asp interviene, infatti, la garanzia di una qualità di servizio
che garantisce l’aggiornamento. Un altro aspetto da valutare nella scelta
di queste soluzioni è la formula di abbonamento. Solitamente la cadenza
è mensile, in tal modo si ha l’impressione di avere sotto controllo la spesa
informatica. Secondo Idc, con un contratto in Asp la riduzione dei costi
dell’implementazione e della manutenzione delle applicazioni va dal 25% al
40%. Senza contare il risparmio di risorse umane, sempre più apprezzate di
questi tempi in cui c’è penuria di esperti informatici. I vantaggi sono
comunque legati soprattutto al controllo dei costi.
Un altro fattore
positivo è la gamma di applicazioni disponibili. Idc ha individuato diversi
mercati per gli Asp: la gestione dell’impresa (finanza, contabilità e
risorse umane), l’ufficio online e le applicazioni dedicate alla comunità o
alla gestione delle relazioni con il cliente. Secondo Idc, sarà proprio il
Crm a costituire il segmento principale del mercato Asp nel
2004.
Nonostante l’offerta sembri in teoria ampia, nella pratica le cose
sono piuttosto differenti. I clienti potenzialmente interessati e al
corrente di quanto accade sul mercato hanno difficoltà a trovare cosa
realmente fa per loro. Un Asp è a tutti gli effetti una sorta di
assemblatore che deve saper raggruppare editori e fornitori di
applicazioni, integrando tutti gli elementi della catena. Più spesso,
però, l’Asp deve saper associare i differenti attori.

Gli operatori coinvolti
Il
modello, sostiene Idc, è unico e si basa sull’integrazione di competenze
molto diverse perciò i differenti player devono collaborare per fornire
un’offerta pacchettizzata. Queste associazioni sono quindi le più importanti
e hanno il pregio di permettere a certe start-up di accedere a nomi
conosciuti.
Gli editori di applicazioni si stanno interessando al mondo Asp.

Molti, tuttavia, credono che sia sufficiente mettere online software
esistenti piuttosto che crearne di specifici per il settore delle
applicazioni in affitto. All’altro capo della catena ci sono i fornitori
di accesso alla Rete e gli operatori di telecomunicazioni che guardano
anch’essi da vicino tutto quello che passa per il mercato. Sono, infatti,
tutti interessati ad ampliare la propria offerta di applicazioni a valore
aggiunto: non dimentichiamo che gli Asp portano clienti e traffico. I
differenti provider si raggruppano, quindi, in base alle specifiche
competenze per fornire la catena completa necessaria all’offerta Asp.
Vendere questo tipo di applicazioni è una pratica particolarmente complessa.
Il target degli Asp è piuttosto ben definito: la piccolissima, la piccola e
la media impresa con un personale da 6 a 500 dipendenti. Un mercato
interessante che, sempre secondo stime Idc, annualmente spende 1,14 miliardi
di euro per l’ammortamento e la manutenzione dei propri sistemi informatici di
gestione. Ma se è vero che questo mercato è interessante è anche vero che
risulta particolarmente variegato. La domanda che nasce spontanea allora è:
chi vende le soluzioni pacchettizzate? Avendo sottomano dei file clienti,
gli operatori di telecomunicazioni e i fornitori d’accesso alla Rete
sembrano essere particolarmente ben equipaggiati per assolvere a tale
compito.
Tuttavia, un commerciale che sa vendere reti non sa per forza
vendere applicazioni a un direttore informatico: vendere applicazioni in Asp
richiede una conoscenza specifica dei clienti, che possono anche essere
molto differenti l’uno dall’altro. Per questo motivo i team commerciali sono
spesso il tallone d’Achille dei fornitori d’applicazioni in hosting. Queste
imprese devono quindi trovare nuove strategie di vendita. Non va, però,
dimenticato che l’utente vuole avere a che fare con un solo interlocutore e
l’Asp deve necessariamente trovare dei partner perché la propria offerta
risulti completa. Una limitazione che fa pensare che sia bene concentrarsi
il più possibile.
Progressivamente le aziende stanno prendendo
l’abitudine di dare all’esterno la gestione del proprio software. Se
continua questa tendenza, sostengono alcuni analisti, l’Asp diventerà un
servizio allo stesso livello dell’energia elettrica, che viene erogata senza
che l’utente si ponga alcun
problema.          

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