I vantaggi della convergenza visti con l’esperienza di Italtel

La società ha ampliato il proprio mercato di riferimento e propone anche alle grandi aziende un’offerta che attinge dal know how maturato nelle Tlc e dalle competenze acquisite nell’It

La convergenza, intesa come comunicazione integrata, comporta una trasformazione
reale, che sta avvenendo sia nell’It che nelle Tlc, in quanto grazie all’Ip
si è unificato il mezzo di trasmissione di voce e dati. La convergenza
ha, dunque, aperto un capitolo nuovo e sta travasando competenze ed esperienze
da un settore all’altro. Nei nuovi sistemi di telecomunicazioni, le tecnologie
It stanno soppiantando quelle tradizionali di Tlc, ma la forza dell’Ip
è che, essendo uno standard di fatto, obbliga anche le Tlc ad uscire
dal loro mondo chiuso e ad adottarlo, perché usare una rete unificata
per le aziende utenti costa meno, e anche perché è il modo più
semplice di interoperare. Questa mossa è stata stimolata anche dalla
concorrenza degli Internet service provider, che sono partiti per primi sull’Ip
e quindi hanno portato la cultura It nelle Tlc.
Uno degli attori di questa tecnologia è il gruppo Italtel, che fin dal
2000 sta cavalcando la convergenza, in quanto è stato uno dei primi a
trasformare il proprio prodotto per Tlc e a portarlo sull’Ip. Alla base
di questa decisione c’è anche l’accordo tecnologico con un
partner come Cisco, che ora è nell’azionariato di Italtel. Il gruppo
ha, quindi, ampliato il propio mercato di riferimento e oltre agli operatori
di Tlc, sia fissi che mobili, da qualche anno si è aperto alle grandi
aziende con infrastrutture complesse, che oggi sembrano muoversi con più
convinzione verso la convergenza.

A Valerio Minero, executive vice president Ip Communication e Professional
Services di Italtel, chiediamo se, finalmente, siamo in presenza di un trend
tecnologico pronto al decollo.
«Il mercato della convergenza – osserva il manager – ha avuto
un avvio più lento delle attese, però adesso sta diventando più
visibile, trainato anche da nuove applicazioni come il video su Ip, attorno
al quale ci sono molti progetti in corso. Per le aziende, indubbiamente, la
convergenza, intesa come comunicazione unificata, consente di realizzare una
serie di soluzioni che portano notevoli vantaggi e che servono ad avviare un
sostanziale cambiamento culturale
».
Per esempio, come sottolinea Minero, con l’adozione del VoIp le imprese
possono cambiare il business plan sulla singola voce della telefonia, in quanto
una volta fatto l’investimento iniziale, si annulla il costo tradizionale
del traffico voce interno all’azienda, comprese tutte le filiali, indipendentemente
dalla location in cui si trovano. Ma quando una società realizza un’infrastruttura
Ip distribuita, può avere dei benefici anche su altri fronti, in quanto
si possono costruire delle soluzioni che diventano integrate su Ip, come la
unify communication, cioè la comunicazione integrata tra voce, mail e
video, che viene vista come un unico insieme e che quindi contribuisce ad aumentare
la produttività. Infatti, la possibilità di disporre di un sistema
integrato consente all’utente una vita più semplificata e quindi
più efficiente, per cui quando si valutano i costi di un progetto di
convergenza non bisogna pensare solo al risparmio telefonico, ma anche a tutti
i vantaggi che ne derivano. «Una volta fatta una infrastruttura Ip
a un certo livello di prestazione
– prosegue Minero – la si può
amortizzare su tanti progetti. Per esempio, nell’ambito della sicurezza
fisica, si possono installare telecamere Ip collegate alla stessa rete, oppure
si può realizzare un progetto di video-distribuzione per trasmettere
informazioni ai clienti o agli utenti interni, facilitandone al massimo l’accesso
e ottenendo in cambio una maggior efficienza. Tutte queste soluzioni utilizzano
la tecnologia It, che però va inserita all’interno di sistemi realizzati
con i livelli di sicurezza e affidabilità propri della cultura Tlc
».

Per affrontare meglio il discorso convergenza, tre anni fa Italtel ha acquisito
One-Ans, società che fa consulenza e progetti It nell’area infrastrutturale,
portando all’interno del gruppo il know how necessario per poter realizzare
progetti completi in quanto «al di là degli slogan, la convergenza
si fa se si hanno le persone con le competenze che appartengono ai due mondi
»
osserva Minero. Italtel, quindi, avendo realizzato l’integrazione tra
il mondo VoIp di Cisco e quello della comunicazione unificata di Microsoft,
ritiene di essere pronta ad affrontare qualsiasi tipologia di soluzione e di
infrastruttura. Anche perché pur avendo un’attività prevalente
nelle Tlc, oggi le sue competenze legate esclusivamente al mondo It l’hanno
portata a raggiungere 122,6 milioni di euro (+14%) di fatturato nel 2005, distribuiti
tra Crm e Bi (soluzioni per Ip contact center, marketing e sales automation,
analisi dei dati e data warehouse), Operational support system (soluzioni e
servizi dedicati al controllo della rete, alla gestione degli asset/inventory,
dei malfunzionamenti, delle performance e dei livelli di servizio), sicurezza
(sia gestita che progettuale) e servizi di supporto alla infrastrutture Ict
(network care e operation service). A conclusione, volendo entrare nel concreto,
facciamo presente che comunque un’azienda che decide di aprirsi alla convergenza
ha un bell’impatto iniziale in fatto di costi. «Per superare
questo problema
– risponde il nostro interlocutore – ci sono le cosiddette
offerte di servizi gestiti, che consentono all’impresa di non fare grossi
investimenti all’inizio, in quanto paga quello che usa. E un esempio è
dato da Alice Corporate, lanciata da Telecom Italia in collaborazione con noi
e Cisco, una soluzione che offre in modo integrato i servizi di comunicazione
dati-voce-video e che il cliente paga in base al numero di linee che vuole collegare.
Quindi, un’azienda può scegliere di fare l’investimento iniziale,
che poi si ripaga nel tempo o, diversamente, appoggiarsi a un operatore, senza
doversi preoccupare di dover upgradare la piattaforma e quant’altro, ma
paga solo un canone
».

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