I telefonini vero traino della musica digitale

Dibattito acceso in Fiera tra Fimi, major, fornitori di sevizi e Apple. Nel mirino il suo iTunes

I 60 milioni di telefonini venduti in Italia hanno generato un fenomeno singolare: nel nostro Paese l’80% del fatturato derivante dalla musica digitale è oggi legato al mondo mobile. Questo, aggiunto alla nascita di realtà come iTunes, ha costretto produttori e distributori di musica a cambiare i propri modelli di business. Però il panorama è tutt’altro che definito: le major si stanno movendo con una certa lentezza e non hanno trovato ancora una propria dimensione, i fornitori di servizi si stanno adeguando alla richiesta ma lamentano la limitatezza di molti dispositivi mobile (solo i telefoni 3G sono adeguati alla gestione del traffico) e le offerte commerciali sono spesso confuse.

Di questi temi si è discusso all’interno del convegno “Musica digitale” organizzato dalla Federazione Industria Musicale Italiana (Fimi) e rappresentata dal presidente Enzo Mazza, che ha dato il via all’evento. Sony-Bmg e Universal Music hanno ammesso i ritardi di cui vengono accusate, ma hanno addotto quale attenuante il fatto che il passaggio dalla vendita di un supporto fisico alla modalità di vendita attuale sta richiedendo una completa riconversione industriale, fatto questo che comporta un certo periodo di tempo. Nessun dubbio a riguardo, tuttavia, va rimarcato che le major hanno lasciato trascorrere parecchio tempo prima di muoversi ed entrare direttamente nell’arena dei file scaricabili da Internet e via telefonino.

Quest’ultimo, ovvero il download via cellulare, sta facendo davvero contenti gli operatori. “Le persone sono più disposte a spendere 2,5 euro vie cellulare che non 99 centesimi via Internet per una canzone perché con il telefonino comprare e pagare è semplice ed è anche facile fruire del contenuto acquistato”, ha affermato Massimiliano De Carolis, entertainment director di H3g. Va sottolineato che gli italiani nel 2004 hanno speso 140 milioni di euro per personalizzare il proprio telefonino con suonerie di vario tipo.

Le cose potrebbero andare
anche meglio se ai consumatori fosse consentito di scaricare musica pure con terminali Gsm e Gprs e non solo via Umts”, ha sottolineato Nicolò Vecchiotti di Buongiorno Vitaminic.
Alessandro Giglio, editore di Musicbox, ha invece prospettato un futuro basato esclusivamente sulla fruizione di contenuti video, in cui l’audio rappresenta una
colonna sonora. Di conseguenza, molti dei player attuali sarebbero già
da considerare sorpassati e dovrebbero far spazio a prodotti in grado
di visualizzare immagini oltre a riprodurre la musica, tipo il nuovo
iPod.

Apple è stata una delle aziende di cui si è più parlato perché
sembra proprio che il suo iTunes soddisfi i consumatori e ben pochi
altri player del settore. Le major lo osteggiano perché non sono
soddisfatte delle politiche di pricing, che, volenti o nolenti, sono
però un riferimento nel mercato; altri operatori lo vedono solo invece
come un modo furbo da parte di Steve Jobs per vendere iPod e non per
dar vita a un vero business legato alla commercializzazione della
musica.

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