I sistemi per far parlare tra loro le applicazioni

Pochi concetti “condensati” per schiarirsi le idee su Eai, Soa, Web service e “webificazione”, i metodi più utilizzati per “far parlare” tra loro le applicazioni: Eai (Enterprise application integration): …

Pochi concetti “condensati” per schiarirsi le idee su Eai, Soa,
Web service e “webificazione”, i metodi più utilizzati per
“far parlare” tra loro le applicazioni:

Eai (Enterprise application integration):
è l’arte di legare tra loro (in una sorta di federazione) le applicazioni
di un’impresa, per farle cooperare, con l’attenzione volta all’omogeneità
del sistema informativo e al consolidamento. Spesso realizzabile tramite uno
scambio di file, ma in questo caso senza il beneficio del tempo reale, l’integrazione
di due applicazioni passa attraverso lo sviluppo di interfacce, chiamate “connettori”,
tra le Api (interfacce di programmazione) corrispondenti. Alle operazioni di
uniformazione dei dati, realizzate da strumenti simili a quelli utilizzati per
l’estrazione e la conversione dei record verso i data warehouse, si aggiunge
una componente di tipo middleware, che assicura la mutua comprensione dei messaggi
scambiati.

Soa (Service oriented architecture):
si tratta di un sistema per collegare tra loro, su richiesta, tutte le risorse
It. Nell’ambito di una Soa, le risorse sono rese disponibili a tutti gli
altri aderenti a questo metodo di condivisione in rete, sotto forma di servizi
indipendenti accessibili con modalità standard. In pratica, si tratta
dell’estensione dei servizi Web verso l’esterno dell’azienda,
utilizzando interfacce basate su Xml (eXtensible markup language) per creare
servizi immediatamente utilizzabili. Il concetto principale che sottende le
Soa è quello della modularità. Diverse possono essere, infatti,
le interfacce di esposizione e presentazione dei dati, così come vari
sono i codici, i dati e il workflow degli stessi. In pratica, si tratta di un
sistema basato su best practice, che permette di individuare e valutare gli
asset software e di stabilire come sia possibile riutilizzarli in altri contesti
aziendali, a garanzia del minimo sforzo di programmazione e sviluppo.

Web service: è ciascun
elemento, componente software, disponibile via Internet, che è possibile
inviare o richiamare (utilizzare) attraverso un sistema di messaggistica standardizzato
che poggia su Xml. La maggior parte dei servizi Web è pubblicata in una
directory (una sorta di elenco telefonico). Quella più comunemente utilizzata
è Uddi (Universal description, discovery e integration). Un Web service
è una collezione di protocolli e standard utilizzati per lo scambio dati
tra applicazioni e sistemi. Le applicazioni, che sono scritte utilizzando diversi
linguaggi di programmazione e girano su varie piattaforme, potranno sfruttare
i benefici offerti dai servizi Internet per scambiarsi dati all’interno
di reti di computer. Questa interoperabilità è garantita dall’utilizzo
di standard universalmente condivisi. Al contrario di quanto avviene per il
tradizionale modello di scambio dati tra le applicazioni (client/server), i
Web service condividono logiche di business, dati e processi attraverso un’interfaccia
di programmazione e non in virtù di un’interfaccia utente di tipo
grafico (Gui).

Webificazione: si tratta del
procedimento con il quale le interfacce verdi che caratterizzavano i mainframe,
così diffusi tra i sistemi dipartimentali delle medie aziende del passato,
vengono convertite in pagine Web. Tale procedura permette non solo di migliorare
l’interfaccia utente ma anche di automatizzare i compiti ripetitivi, fornendo
all’utente wizard e comodi “aiuti online” che migliorano sensibilmente
le noiose attività di input dei dati. La webificazione favorisce, inoltre,
lo sviluppo di applicazioni Internet, intranet ed extranet sulle workstation.

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