I risultati dei bandi innovazione del Ministero dello Sviluppo economico

Sono stasti resi pubblici gli esiti relativi agli sportelli aperti lo scorso 9, 10 e 11 dicembre con riferimento ai bandi innovazione (sostitutivi della legge 488), emanati in attuazione del regime di aiuto di cui al Dm 23 luglio 2009.

Nonostante i dubbi e le difficoltà incontrate nell’approccio alla nuova disciplina agevolativa (di cui ai bandi emanati in attuazione del regime di aiuto di cui al Dm 23 luglio 2009) soprattutto con riferimento alla compilazione della domanda, le istanze presentate nei primi giorni di apertura degli sportelli sono state pari a 261, con investimenti ammissibili per oltre 1.526 milioni di euro.
Si ricorda che le somme complessivamente stanziate per i tre interventi ammontano a 500 milioni di euro (100 milioni di euro per il bando altri obiettivi, 100 milioni di euro per il bando industrializzazione, 300 milioni di euro per il bando energia) e che sono stabilite delle priorità di accesso per le Pmi, a favore delle quali è stata costituita una riserva del 60% dei fondi disponibili, e per le imprese facenti parte di distretti industriali o che hanno stipulato un contratto di rete, con una riserva del 20%.
Essendo la procedura di accesso agli aiuti “valutativa a sportello”, acquista sicura rilevanza il momento dell’inoltro delle istanze, in quanto le domande saranno istruite dal soggetto gestore (Invitalia) in base all’ordine cronologico di presentazione delle stesse. Le richieste, complete di tutti gli allegati, vanno trasmesse attraverso l’apposita piattaforma informatica (http://investimentiinnovativi.cilea.it). Entro i successivi 7 giorni, il modello cartaceo della domanda, corredato solo di alcuni degli allegati, deve essere inviato per raccomandata A/R al soggetto gestore, pena l’esclusione dalla procedura.
Al momento, gli sportelli non risultano ancora chiusi, in quanto la norma prevede che gli stessi siano aperti per un periodo di 210 giorni dalla data di pubblicazione dei provvedimenti di apertura dei bandi e, in ogni caso, dovrà essere pubblicato uno specifico provvedimento che ne prevede la chiusura per esaurimento delle risorse.  
Prima di analizzare i risultati registrati e messi a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico sulla prima ondata partecipativa, si richiama brevemente l’ambito di applicazione delle misure in commento.

Ambito di applicazione degli interventi agevolativi
L’ambito di applicazione del regime di aiuto di cui al Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 23 luglio 2009 è stato definito in concreto dai tre provvedimenti del 6 agosto 2010, che hanno disciplinato le modalità di accesso alle:

  • agevolazioni per l’industrializzazione dei programmi “qualificati” di ricerca e sviluppo sperimentale (si tratta dei programmi di R&S realizzati in collaborazione con organismi di ricerca o finanziati da norme comunitarie, statali e regionali, chiusi da non oltre 24 mesi o per i quali è stata depositata domanda di brevetto per invenzione);
  • agevolazioni per la produzione di beni strumentali funzionali allo sviluppo di fonti di energia rinnovabili e al risparmio energetico nell’edilizia;
  • agevolazioni per il perseguimento di specifici obiettivi di innovazione, miglioramento competitivo e tutela ambientale, esclusivamente per le attività del settore alimentare (produzione di prodotti da forno, prodotti surgelati, gelati e dolci, piatti pronti, paste alimentari, bevande analcoliche, ecc.), attività di fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche, attività di produzione di biotecnologie (c.d. bando altri obiettivi).

Elemento comune alle tre azioni è il fattore innovazione, inteso sia come innovazione di processo che di prodotto.
Le agevolazioni sono dirette, in particolare, al sostegno di programmi di investimento consistenti nella realizzazione di nuove unità produttive, nell’ampliamento, nella diversificazione della produzione in nuovi prodotti/servizi aggiuntivi o nel cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di unità produttive già esistenti.
L’importo complessivo delle spese ammissibili di ciascun programma deve essere compreso tra 1,5 e 25 milioni di euro. Possono essere agevolate le spese sostenute per l’acquisto del suolo aziendale e sue sistemazioni (limite del 10% della spesa complessiva), opere murarie e assimilate e infrastrutture specifiche aziendali (nel limite del 30% della spesa complessiva), macchinari, impianti ed attrezzature varie nuovi di fabbrica, compresi quelli necessari all’attività gestionale dell’impresa, ed esclusi quelli relativi all’attività di rappresentanza, i programmi informatici commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi. Solo per le piccole e medie imprese, sono ammissibili anche le spese relative a consulenze connesse al programma d’investimento (nel limite del 3% dell’investimento complessivo).
I soggetti beneficiari sono individuabili nelle imprese di qualsiasi dimensione che, all’atto della presentazione delle domande, risultano già iscritte al registro delle imprese, siano in contabilità ordinaria, si trovano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti civili (non essendo sottoposte a procedure concorsuali o in liquidazione volontaria).
L’unità produttiva oggetto dell’investimento deve essere ubicata in una delle regioni Convergenza del territorio nazionale (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).
Le agevolazioni erogabili consistono in contributo a fondo perduto affiancato da un finanziamento agevolato, nel rispetto delle percentuali massime di aiuto fissate, in base alla dimensione dell’impresa e alla localizzazione dell’unità produttiva oggetto di investimento, dalla Carta Italiana degli aiuti a finalità regionale 2007-2013. Condizione fondamentale per l’erogazione del finanziamento agevolato è, in ogni caso, la capacità dell’impresa di offrire idonee garanzie ipotecarie e/o bancarie (garanzie che dovranno essere specificamente indicate in domanda).
In particolare, il finanziamento agevolato è pari al:

  • 25% delle spese ammissibili per le piccole imprese;
  • 35% delle spese ammissibili per le medie imprese;
  • 45% delle spese ammissibili per le grandi imprese.

Il prestito è erogato al tasso del 20% di quello di riferimento, vigente alla data di concessione degli aiuti e pubblicato sul sito della Commissione europea. Il finanziamento avrà una durata massima di 8 anni, oltre un periodo di utilizzo e preammortamento commisurato alla durata del programma. Il piano di ammortamento è a rate semestrali costanti posticipate scadenti il 30 giugno ed il 31 dicembre di ogni anno.
Ad integrazione dell’aiuto derivante dal finanziamento agevolato (aiuto che è pari alla differenza tra gli interessi al tasso di riferimento e gli interessi al tasso agevolato), è corrisposto un contributo a fondo perduto (contributo in conto impianti e contributo alla spesa limitatamente alle spese di consulenza e canoni di leasing) nella misura necessaria al raggiungimento dell’intensità massima (in Esl) di agevolazioni concedibili in base alla normativa comunitaria (che è fissata al 50% per le piccole imprese, 40% per le medie imprese, 30% per le grandi imprese) (v. tavola sotto).
Sulla base delle indicazioni ministeriali, in sede di compilazione delle domande, tali valori massimi in Esl saranno rispettati applicando delle percentuali che consentono di individuare in maniera approssimativa il contributo spettante (in fase istruttoria, si provvederà, poi, alla determinazione dei valori con esattezza). In particolare, per la piccola impresa, si avrà un finanziamento agevolato pari al 25% nominale delle spese ammissibili più un contributo in c/impianti stimato in circa il 46% in termini nominali di spesa. Per la media impresa, i valori da considerare sono un finanziamento agevolato del 35% e un contributo di circa il 35%. Per la grande impresa, invece, un finanziamento agevolato del 45% e un contributo in conto impianti di circa il 24%.

Stima dei contributi richiesti in Esl

 

Bando Altri Obiettivi

Bando Energia

Bando Industrializzazione

Contributi grandi imprese (Esl 30%)

47.213.332,92

19.427.780,66

41.649.634,05

Contributi medie imprese (Esl 40%)

76.814.001,66

38.334.028,23

38.409.124,88

Contributi piccole imprese (Esl 50%)

114.296.715,83

191.791.520,82

84.601.154,20

Totale contributi in Esl

238.324.050,41

249.553.329,71

164.659.913,12

I dati rilevati
Per il primo bando “Altri Obiettivi”, aperto il 9 dicembre, sono state presentati, sulla base delle statistiche rese disponibili dal Ministero, in tutto, 103 progetti di investimento, per un valore complessivo di euro 589.305.445,68. Le spese ammissibili ammontano euro 578.006.212,20 (v. tavola sotto). La maggior parte dei programmi sono stati inoltrati dalle Pmi (89 progetti), con una concentrazione delle richieste in Regione Campania, che registra oltre 350 milioni di spese ammissibili.
Considerando che le risorse disponibili sul bando in questione sono solo 100 milioni di euro, si può ben immaginare il forte taglio che le imprese concorrenti dovranno aspettarsi, come peraltro facilmente dimostrabile da una simulazione delle somme erogabili ai potenziali beneficiari sulla base delle percentuali di aiuto spettanti. Di fatti, considerando l’importo massimo dei contributi assegnabili (pari a oltre 238 milioni di euro), rimarranno fuori oltre la metà dei progetti presentati.

Dati sul bando altri obiettivi

Numero totale di programmi presentati

103

Numero di grandi imprese tra i richiedenti

14

Numero di medie imprese tra i richiedenti

28

Numero di piccole imprese tra i richiedenti

61

Valore complessivo dei costi totali dei programmi

Euro 589.305.445,68

Valore complessivo dei costi ammissibili

Euro 578.006.212,20

Costi ammissibili per le grandi imprese

Euro 157.377.776,39

Costi ammissibili per le medie imprese

Euro 192.035.004,15

Costi ammissibili per le piccole imprese

Euro 228.593.431,66

Fonte: Ministero Sviluppo Economico (dati all’11.12.2010, ore 11.14.43)

Per il bando relativo agli investimenti nel settore energetico, aperto a partire dal 10 dicembre, le domande presentate ammontano a 88 (v. tavola sotto), per un valore complessivo di oltre 546 milioni di euro (544 milioni di euro sono le spese ammissibili). Anche in questo caso, i progetti provengono per la maggior parte da Pmi ( 82 in tutto) e sono concentrati in Campania, che registra spese ammissibili per quasi 233 milioni di euro. A differenza del bando precedente, però, i fondi non sono sembrano completamente utilizzati, dato che i contributi complessivamente impegnati sono pari a 249,5 milioni di euro.

Dati sul bando Investimenti energetici

Numero totale di programmi presentati

88

Numero di grandi imprese tra i richiedenti

6

Numero di medie imprese tra i richiedenti

11

Numero di piccole imprese tra i richiedenti

71

Valore complessivo dei costi totali dei programmi

Euro 546.595.615,75

Valore complessivo dei costi ammissibili

Euro 544.177.381,08

Costi ammissibili per le grandi imprese

Euro 64.759.268,87

Costi ammissibili per le medie imprese

Euro 95.835.070,57

Costi ammissibili per le piccole imprese

Euro 383.583.041,64

Fonte: Ministero Sviluppo Economico (dati all’11.12.2010 ore 11.15.09)

Il bando industrializzazione dei risultati, che ha trovato apertura l’11 dicembre, ha invece registrato 70 domande con investimenti complessivi per oltre 410 milioni di euro e spese ammissibili per 404 milioni di euro (v. tavola sotto). I progetti presentati dalle Pmi sono 54 e ancora una volta è la Campania ad avere la più alta concentrazione in tema di cifre con spese ammissibili per 240,8 milioni di euro.
I contributi richiesti dovrebbero ammontare a oltre 164,6 milioni di euro. Anche in questo caso, la somma stanziata è completamente assorbita, sebbene con un rapporto migliore rispetto al primo bando.

Dati sul bando Industrializzazione dei risultati della ricerca

Numero totale di programmi presentati

70

Numero di grandi imprese tra i richiedenti

16

Numero di medie imprese tra i richiedenti

19

Numero di piccole imprese tra i richiedenti

35

Valore complessivo dei costi totali dei programmi

Euro 410.780.118,11

Valore complessivo dei costi ammissibili

Euro 404.057.234,08

Costi ammissibili per le grandi imprese

Euro 138.832.113,49

Costi ammissibili per le medie imprese

Euro 96.022.812,19

Costi ammissibili per le piccole imprese

Euro 169.202.308,40

Fonte: Ministero Sviluppo Economico (dati al 13.12.2010, ore 9.16.08)

Sulla base dei dati appena esaminati e diffusi a pochi giorni dall’apertura dei bandi, si è presentato il dilemma per diversi soggetti se proporre o meno la propria candidatura, sebbene per due degli interventi in questione le risorse sono state ampiamente esaurite.
Da più parti si è fatta strada la consapevolezza che la presentazione tardiva delle domande è sicuramente penalizzata per quanto riguarda la priorità cronologica, ma è altrettanto vero che non è solo questo l’elemento determinante della decisone di agevolare o meno l’investimento. Anche l’attività istruttoria non è da trascurare. Inoltre, le Regioni interessate dall’intervento non hanno ancora impegnato gran parte dei fondi comunitari e si potrebbe, quindi, immaginare, come accaduto in passato per la vecchia legge 488/92, che tali enti mettano a disposizione parte dei propri fondi comunitari per il finanziamento delle iniziative locali, che risulteranno ammissibili, ma non coperte dai fondi inizialmente previsti.

Le prossime tappe
I programmi di spesa presentati sono ora oggetto di istruttoria da parte del gestore Invitalia. Entro 120 giorni dall’inoltro delle istanze, i soggetti interessati dovrebbero avere delle risposte, fermo restante il prolungamento dei termini durante il processo istruttorio per richiesta di chiarimenti e integrazioni.
Durante la fase di valutazione, Invitalia, oltre a esaminare la sussistenza dei requisiti e delle condizioni di ammissibilità previste dai decreti di attivazione dei bandi, nonché la regolarità formale e la completezza delle istanze, concentrerà l’attenzione su alcuni aspetti fondamentali contenuti nella domanda e negli allegati alla stessa, in particolare nel business plan e nella relazione tecnica del progetto (rappresentazione ad albero attraverso la sua ripartizione in attività elementari, sottosistemi e componenti funzionali, nonché lotti funzionali). In buona sostanza, come già detto, la procedura concorsuale trova un primo fattore di scrematura nella rapidità con cui l’istanza è stata presentata, ma non è tutto, in quanto non bisogno sottovalutare l’istruttoria di tipo discrezionale cui i progetti sono sottoposti. In particolare, saranno esaminati:

  • la solidità patrimoniale e finanziaria dell’impresa richiedente;
  • la validità tecnica del programma;
  • il piano finanziario per la copertura degli investimenti e delle spese relative alla normale gestione, attraverso il ricorso ai mezzi propri aziendali, alle fonti di finanziamento esterne ed alle agevolazioni;
  • l’ammissibilità degli investimenti indicati dall’impresa, sia per quanto attiene alla pertinenza che alla congruità delle spese prospettate che alla soglia minima e massima ammissibile;
  • la determinazione dell’agevolazione nella misura spettante;
  • la verifica, per le imprese di grandi dimensioni, dell’effetto incentivante delle agevolazioni concedibili.

Probabilmente, la fretta di presentare il progetto ha comportato per molte imprese la decisione di non soffermarsi su aspetti che potranno essere determinanti per il buon esito dello stesso. Bisognerà attendere ora i risultati delle istruttorie per avere una analisi concreta degli effetti che tali bandi hanno avuto sul sistema imprenditoriale e, in particolare, sulle regioni convergenza, anche al fine di poter individuare delle opportune linee guida per il futuro degli strumenti agevolativi.

 

(per maggiori approfondimenti vedi Finanziamenti e credito, Novecento Media)

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