I pro e i contro dei gestionali open source

Gli Erp a sorgente libero stanno prendendo sempre più piede, soprattutto fra le piccole e medie imprese. I vantaggi? Ci si svincola dalle licenze e si può personalizzarlo a piacimento, a patto di avere le risorse per farlo.

Per molti è visto come un modo efficace per abbattere i costi di acquisizione ed esercizio, in genere molto più contenuti rispetto a quelli del software proprietario. I più “convinti” ritengono addirittura che la qualità degli Erp open source sia superiore a quella del software proprietario, in virtù dei controlli rigorosi sullo sviluppo.

La comunità del sorgente libero, infatti, è di per sé una garanzia dell’ineccepibilità del processo di codifica, correzione dei difetti e immediato rilascio delle patch di sicurezza che i gruppi di sviluppatori più seri, come SourceForge, impongono sui progetti sostenuti e sponsorizzati.

Per la maggior parte, questi applicativi sono scritti in linguaggi come Delphi, Php, Phyton, Java o C++ e funzionano negli ambienti più svariati, da Gnome a Gnu/Linux, da Windows a Mac OsX.

L’introduzione di un nuovo gestionale, soluzione piuttosto complessa che investe tutti i processi aziendali, richiede investimenti consistenti. L’Erp a sorgente libero permette alle Pmi di ovviare in parte a questo inconveniente.

Chi si avvicina ai gestionali open source lo fa inizialmente spinto dal miraggio dell’abbattimento dei costi di licenza. Molto spesso, però, scopre che il vantaggio principale è quello del completo controllo sulla qualità dell’applicazione, impossibile per un tradizionale Erp a licenza.

Premesso che l’introduzione di un’applicazione a sorgente libero è, purtroppo, ancora oggi, una cosa da “smanettoni”, è pur sempre vero che è sufficiente digitare su Google una query del tipo “Erp open source” per vedersi inondare di materiale di supporto. Per iniziare a utilizzare un software di questo tipo sarà sufficiente registrarsi al sito che lo promuove, scaricare gratuitamente il software e installare la versione desktop o, laddove sia già stata sviluppata, utilizzare quella Web.

Risparmiare sui costi di licenza significa, per molte Pmi, dirottare le risorse liberate sulle personalizzazioni, in modo da ottenere un sistema Erp perfettamente tarato sulle loro esigenze, come un abito di taglio sartoriale.

La disponibilità del codice sorgente permetterà a chiunque abbia un minimo di conoscenza di sviluppo software di creare le personalizzazioni del caso.
Un’alternativa più praticabile è quella di rivolgersi alle tante società di servizi, nate negli ultimi anni proprio per offrire integrazioni e soluzioni ad hoc.

Ovviamente, bisognerà confrontare queste spese con i costi della licenza e del supporto degli Erp tradizionali, verificando se l’opzione open convenga o meno.
In prospettiva, però, va ricordato che la disponibilità del sorgente permette di copiare e installare liberamente, su più postazioni di lavoro, l’applicazione, al contrario di quanto avviene nei software a licenza.

Il grosso punto interrogativo è l’aggiornamento nel lungo periodo dell’Erp open. Non essendo oggetto di interessi commerciali specifici, infatti, il progetto che sostiene una particolare applicazione potrebbe esaurirsi oppure prendere delle traiettorie di sviluppo non in linea con gli interessi dell’azienda che lo ha adottato.

Un altro problema è, infine, la difficoltà di trovare specialisti in grado di supportare le soluzioni open source in azienda, problema questo particolarmente sentito dalle Pmi. Va, tuttavia, precisato che, fortunatamente, se il numero di sviluppatori in grado di lavorare sulle applicazioni a sorgente libero è in continua crescita anche in Italia.

L’offerta a disposizione
La disponibilità di Erp opensource a misura di piccola e media impresa è notevole. Sul portale di SourceForge, che raggruppa diverse centinaia di iniziative free nei più svariati ambiti applicativi, sono presenti oltre 500 progetti classificati come Erp, a testimonianza dell’interesse crescente che questo tipo di applicazioni sta riscuotendo.

Non tutti sono localizzati, ovvero disponibili in lingua italiana, cosa questa che va tenuta in considerazione in fase di scrematura dell’offerta. Alcuni progetti, come Compiere, hanno una specifica divisione che si occupa di erogare servizi, ma tutti hanno una rete più o meno estesa di system integrator indipendenti in grado di offrire supporto e personalizzazioni. Ecco i software più “vicini” alle esigenze delle Pmi italiane:

  • Compiere: Sviluppato nel 1999, è disponibile in lingua italiana e adatto soprattutto a utilizzi commerciali e di Crm.
  • Erp5: di questo software opensource esiste un’interessante versione “a servizio”, disponibile al costo minimo di 15 euro mensili, che si rivolge alle medie imprese.
  • Geco: disponibile in lingua italiana, nella versione base permette di gestire le fatture, lo scadenzario, i movimenti di cassa e banca, l’anagrafica clienti e fornitori e gli ordini.
  • Kgest: disponibile in lingua italiana, è pensato per le aziende a indirizzo commerciale.
  • Mosaico: disponibile in lingua italiana, è un software per la gestione operativa delle Pmi.
  • Openbravo: oltre alle tradizionali funzionalità di un gestionale per Pmi, integra anche strumenti di gestione dei rapporti con la clientela (Crm) e Business intelligence.
  • OpenMfg: è particolarmente indicato per la gestione di magazzino, contabilità e acquisti, ma integra anche funzionalità Crm.
  • Oratio: rilasciato nel 2004, gestisce i processi aziendali relativi a produzione, logistica, amministrazione e area commerciale.
  • Os1: sviluppato in Italia, è un Erp client/server.
  • Phasis: disponibile per Linux, Mac OsX e Windows, è frutto di un progetto italiano. Il prodotto offre funzionalità di gestione anagrafiche, clienti, amministrazione, vendite, acquisti e magazzino.
  • Promogest: copre le aree acquisti, banche, clienti, fornitori e magazzino.
  • WebErp: il software elabora crediti, conti da pagare, inventario e gestione della contabilità generale, con inventario multilingua e multivaluta.
  • Yuza Open Erp: di questo software, sviluppato in Italia, sono disponibili a pagamento verticalizzazioni specifiche per i settori della cosmesi e gli studi medici.

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