I nuovi (o vecchi) orizzonti di Intel

La congiuntura economica e le sfide tecnologiche in atto stanno spingendo il leader mondiale dei microprocessori verso una revisione, in direzione del core business, delle proprie strategie.

Al semestrale appuntamento del Developers Forum, Intel è arrivata con
dettagli sulle prossime evoluzioni dell’offerta di chip, di cui
abbiamo dato conto nei giorni scorsi, ma anche con qualche novità sul
fronte strategico. Il numero uno della società, Craig Barrett, ha
voluto sottolinea come, di fondo, rimanga il credo del pc come
"centro dell’universo digitale", ma il concetto vada inteso in
senso "allargato". La proliferazione di lettori Mp3, Pda e una
miriade di nuovi dispositivi client, alla lunga, potrebbe giovare al
pc, perché tutti questi sono oggetti che richiedono, in ultima
analisi, di connettersi proprio a un pc, per aggiornare i dati o
scaricare un’applicazione.
Per un’azienda le cui vendite sono per il 75% derivate dai
microprocessori, il core business appare oggi più che mai l’area su
cui concentrare maggiormente gli sforzi, un po’ in controtendenza
rispetto a quanto affermato un anno fa da Andy Grove. Dunque, come ha
indicato Barrett, gli investimenti per il 2001 si indirizzeranno
soprattutto verso l’ammodernamento o la realizzazione di nuovi
impianti di produzione di microprocessori, l’acquisto di strumenti
utili alla fabbricazione e alla ricerca & sviluppo.
Non è un caso che fra gli annunci si trovino anche componenti di tipo
ottico. Si tratta di due nuovi chip di "forward error connection" e
si occupano di correggere gli errori che rovinano i pacchetti di dati
che viaggiano su lunghe distanze. I dispositivi supportano l’invio di
dati su differenti standard di comunicazione e assicurano velocità da
10 Gbit per secondo.
Si ridimensiona, per converso, l’attività di Web hosting, lanciata lo
scorso anno con il programma Intel Online Services. Barrett ha
sottolineato come il numero di clienti fino a oggi raccolto sia stato
superiore al previsto, ma non altrettanto si possa dire per il giro
d’affari. Dunque, poiché il criterio di valutazione più importante
per il costruttore resta il fatturato per cliente, se ne desume che
gli investimenti necessari per l’attività di hosting dovranno in
futuro aumentare a un ritmo più moderato. Per ora, non è prevista
l’apertura di un centro in Europa, oltre ai sette (in Usa, Corea e
Australia) già attivi.

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