I numeri del divario digitale

L’Europa conferma il profondo gap che la separa dagli Usa, mentre l’impresa italiana fa i conti con i rischi legati all’analfabetismo informatico. Ma per la società di ricerca Gartner il ‘digital divide’ non rappresenta un’emergenza per il sistema Italia

Usa batte resto delle nazioni progredite 68.147, contro
17.452. Non è risultato di un’improbabile partita, ma il numero di computer
connessi a Internet negli Usa all’inizio di quest’anno, rispetto alla somma di
tutti quelli residenti in Giappone, Canada, Inghilterra, Germania e Italia. La
stima del divario digitale appartiene a Gartner che, in una recente ricerca
redatta su dati propri e su rilevazioni Telecordia e Ocse, ha calcolato che il
numero di host per unità di prodotto interno lordo negli Usa si aggira intorno a
7,2 e scende drammaticamente a 2,3 in Inghilterra, 2,2 in Germania, 2,1 in
Francia, fino all’1,7 dell’Italia e all’1,2 del Giappone. Anche la densità di
host per abitante in Italia, circa il 7% di quella americana, e la spesa in
dollari pro capite per acquisti online di tipo B2C o B2B (500 dollari per i
cittadini americani, contro i 250 spesi da quelli dell’Europa dei 15, e i 190
spesi dai nostri connazionali), confermano il ritardo del nostro Paese nei
confronti non solo degli Usa, ma anche rispetto a piccoli Paesi progrediti come
Olanda, Svizzera e Paesi scandinavi. Un ritardo confermato anche per il prossimo
futuro, visto che Gartner stima che entro il 2004 la densità di utenti Internet
per numero di abitanti dell’Unione Europea avrà raggiunto ‘solo’ il 60% di
quella statunitense. Di questa, il 29% sarà in Francia, Germania e Italia,
mentre si eleverà al 73% in Inghilterra e oltre il 100% in Olanda e Scandinavia.
Lecito, a questo punto, è chiedersi se l’impresa italiana non sia da
considerarsi a rischio di analfabetismo informatico, un rischio che – secondo
gli stessi ricercatori Gartner – sarebbe possibile contrastare incentivando le
realtà aziendali, che operano nel nostro Paese, a investire per colmare il gap
che le separa dai competitor internazionali. Secondo Paolo Magrassi, vice
presidente e direttore della ricerca di Gartner: “L’accesso offerto da Internet
a un mercato globale dove clienti, vendor e partner da tutto il mondo
s’incontrano, rappresenta un’opportunità che il sistema Italia non può perdere.
Ma perché ciò avvenga, occorre favorire l’apprendimento della lingua inglese e
la creazione di un’infrastruttura Internet evoluta”. A tal fine, la società di
ricerca americana raccomanda alle imprese di non mancare nessuna opportunità di
formazione del proprio personale tramite corsi di lingua e di computer; di non
esitare a intraprendere progetti tattici che aiutino l’azienda a comprendere
sfide e opportunità dell’e-business, e infine, di premere sugl’interlocutori
politici e amministrativi per chiedere sostegni infrastrutturali come, per
esempio, sgravi fiscali. A beneficiarne saranno sia le imprese pubbliche, che
private, come anche i cittadini, che vedranno rinnovato il proprio rapporto con
la pubblica amministrazione.

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