I guai e le speranze delle Tlc italiane

Da un convegno organizzato dall’Anuit sono venuti molti spunti per comprendere come l’Italia stia affrontando il tema della liberalizzazione europea delle telecomunicazioni. Ribadito il ruolo centrale dell’Authority

L’Italia sembra proprio il paese dei miracoli. Se fino a un anno fa il
nostro paese era cronicamente in ritardo rispetto agli altri stati
dell’Unione Europea in materia di liberalizzazione del mercato delle Tlc,
oggi la situazione è sotto molti aspetti ribaltata. Gli sforzi compiuti da
l
Ministero delle Telecomunicazioni e dagli operatori del settore hanno
sortito lo scopo di accelerare i tempi in vista del traguardo del prossimo
settembre per la completa liberalizzazione della telefonia fissa, ma la
situazione italiana continua a essere atipica e sotto molti aspetti
sbilanciata. E’ quanto è emerso nel corso del convegno "Liberalizzazione
Anno Primo: i nodi delle Tlc", organizzato ieri a Milano dall’Anuit
(Associazione Nazionale Utenti Italiani di Telecomunicazioni) al quale ha
partecipato gran parte del gotha del settore, dal sottosegretario del
Ministero, Michele Lauria, ai rappresentanti della Commissione Europea e di
tutti i principali operatori del settore in Italia.
Durante la manifestazione, è stato proprio Lauria a dichiarare che, "Le
priorità principali del Ministero sono attualmente l’elezione degli otto
membri che daranno vita all’Authority insieme al già nominato Presidente
Cheli e il completamento delle procedure che daranno finalmente un nome al
terzo gestore per la telefonia mobile"
.
Lauria non si è sbilanciato minimamente rispetto ai due candidati
attualmente in gara per la concessione, al fine di "evitare qualunque
dietrologia", ma assicura che "la decisione definitiva verrà presa entro l
e
prossime settimane"
.
Il sottosegretario è stato lapidario anche nel negare la possibilità di
un
quarto gestore. "Per ora non se parla, – ha affermato Cheli –
anche se in futuro la cosa potrebbe essere possibile.
E alla diplomazia del Ministero si è contrapposta la chiarezza della
Commissione Europea, rappresentata al convegno da Pietro Ravaioli. "La
Commissione
– ha affermato Ravaioli – ha tutta l’intenzione di
essere molto presente nel processo di liberalizzazione del mercato italiano
delle Tlc. Essa ha infatti la possibilità di intervenire d’ufficio anche i
n
mancanza di una denuncia formale"
.
"Ciò non toglie – ha proseguito Ravaioli – che la Commissione
punti molto sull’Authority e sia ansiosa di vederla entrare in azione
quanto prima"
.
Entro qualche settimana, la Commissione Europea pubblicherà un documento
in cui verranno presi in considerazione i progressi fatti in materia di
liberalizzazione dai vari paesi dell’Unione. E sebbene Ravaioli si sia
preoccupato di sottolineare che non si tratterà di "pagelle", l’impression
e
è che il documento conterrà comunque valutazioni precise nei confronti
degli stati membri.
Una decisa preoccupazione per le lungaggini che stanno accompagnando
l’attivazione dell’Authority sono state condivise anche dal Presidente
dell’Anuit, Sergio Antocicco, che ha paventato il rischio di "uno
sbilanciamento dell’Authority nei confronti della televisione a scapito
delle Tlc"
.
Fra i partecipanti all’incontro, si è manifestata un’insoddisfazione
generale nei confronti dei listini per l’interconnessione pubblicati da
Telecom Italia qualche mese fa.
Particolarmente critico è stato l’amministratore delegato della filiale
italiana di WorldCom, che ha affermato: "I prezzi fissati da Telecom
sono troppo alti e non prevedono l’interconnessione sulla rete Isdn. In
mancanza dell’Authority, il Governo dovrebbe intervenire quanto prima"
.

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