I fermenti del network collaborativo nell’Edp di Yomo

Un cammino laborioso lungo un triennio ha permesso alla società milanese di compiere il rinnovamento cui l’adozione di Sap aveva dato avvio. Superato lo scoglio del cambiamento culturale e le difficoltà tecniche legate all’esplosione del database commerciale, ecco schiudersi nuovi orizzo

Dall’introduzione del primo
sistema S/32 nel 1969 a oggi, la storia di Yomo, italianissimo produttore di
yoghurt e formaggi, è punteggiata dalla continua innovazione che accompagna
l’evolvere dei sistemi informativi: l’It è un vanto, ma rappresenta soprattutto
un elemento di vantaggio competitivo, sul quale fin da subito è in grado di fare
leva: «Yomo – conferma Marco Cipelletti, It manager della società
milanese – è stata in effetti la prima realtà del settore, nell’84, a dotare
la forza vendita di terminalini portatili e, qualche anno più tardi, a
realizzare un magazzino completamente automatizzato, asservito a un sistema di
processo
». Un primato che intende mantenere, mentre si accinge a esplorare
la dimensione estensiva, oltre la supply chain, del collaborative commerce.
Punto di partenza, l’Erp Sap: «Un’idea – dice Cipelletti –
sviluppata con l’analisi e il supporto di PriceWaterhouseCoopers e
tradottasi in pratica all’indomani del 1° gennaio 2000; una realtà rimasta per
lunghi mesi un’incompiuta a causa di un go-live affrettato, prima di poter
esprimere le valenze attese. Con l’ulteriore complicazione rappresentata dalle
forti resistenze degli utenti aziendali, non adeguatamente preparati al
cambiamento
». Un percorso accidentato, insomma, verso i nuovi assetti
organizzativi sottesi da processi di business che, all’insegna di rinnovate
practice, sono chiamate a imprimere una sostanziale svolta. Sia rispetto al modo
di concepire l’attività commerciale, già legata ai grandi volumi senza
distinguere tra i prodotti di una stessa linea, sia nei confronti della raccolta
dei dati sul campo, alimento primario del sistema di pianificazione e
produzione. Cambiano dunque, con l’adozione dell’Erp, i paradigmi consueti e
Yomo deve ragionare sulla base della singola referenza, ma il sistema, rispetto
alle previsioni della vigilia, rischia di cedere sotto una mole di dati che
cresce in misura esponenziale: «L’ipotesi – spiega Cipelletti – era
che da un database di 200 Gbyte, relativo all’ultimo triennio, si sarebbe potuta
raggiungere una dimensione di 500; la base dati si è invece triplicata con le
transazioni di un solo anno
». Yomo, che produce e distribuisce un milione
di vasetti l’anno, evade quotidianamente 12mila ordini: tutto ciò si trasforma
in bolle di consegna per un totale di svariati milioni di righe, facendo
crescere l’archivio di 60 Gbyte di dati ogni mese. «Inutile dire che il
passaggio all’euro di un archivio da 1,7 Gbyte poneva svariati problemi,
consigliando il ricorso
– chiosa Cipelletti – a opportune competenze
tecnologiche e applicative. Ci siamo affidati ai servizi della società Realtech
e abbiamo avviato contestualmente una razionalizzazione dell’intero
sistema
». Formato dai moduli Fi, Co, Sd e Mm provvisti di apposite
interfacce verso la procedura legacy di gestione della produzione su As/400, e
interconnessi con la piattaforma di sales force automation in ambiente Nt. Ad
accogliere Sap, invece, un enterprise server Hp 9000 su cui insiste un complesso
di 250 pc. Una Wan collega le diverse sedi del gruppo societario, le sette
piattaforme di carico e i 50 transit point distribuiti sul territorio italiano.
«La riorganizzazione del database Oracle – riprende l’It manager di
Yomo – affiancata da un sistematico processo di archiviazione e
dall’introduzione di un business warehouse tramite cui sgravare il gestionale,
ha permesso di ricondurre a circa 1 Terabyte sia il sistema in produzione sia la
parte di test e sviluppo, recuperando nel complesso ben 800 Gbyte. Una quota che
si è potuta assegnare al datawarehouse in via di realizzazione
». Sotto il
profilo operativo, l’aver rivisto la struttura di database si traduce
innanzitutto nella possibilità per l’area commerciale di disporre con continuità
di dati aggiornati (in particolare su venduto e magazzino), senza che le
interrogazioni possano ingenerare attese tali da pregiudicarne l’utilità. E una
volta superato il difficile abbrivio, per Yomo si apre il fronte dell’Scm e
inizia ad assumere forma compiuta l’infrastruttura di collaborative network.
Tramite un sistema intranet l’azienda ha piena visibilità sul venduto e punta a
fornire just-in-time i dati relativi al singolo punto vendita. Inoltre, la
logistica può cambiare marcia con la creazione, mediante uno spin-off aziendale,
di una società che a Yomo e ad altri partner, aziende di produzione alimentare,
offre servizi di consegna delle merci ai pdv delle catene distributive:
un’attività il cui tracking avviene completamente via Web, poggiando su una
nuova infrastruttura basata su R/3. «I dati di venduto – precisa
Cipelletti – vengono raccolti da un concentratore Nt che alimenta il sistema
gestionale; in parallelo, attraverso un’interfaccia con WebSphere, gli stessi
possono essere pubblicati sulla intranet aziendale col supporto di un’adeguata
presentazione grafica
». Lo smantellamento del legacy e il contemporaneo
acquisto del modulo di production planning può estendere, nel frattempo, la
valenza applicativa della piattaforma Sap: «Oggi l’azienda – sottolinea
il manager del gruppo milanese – poggia le proprie attività su dati certi e
coerenti, i quali consentono altresì un controllo assai più puntuale e diretto
dei processi di business e degli andamenti di mercato. E su un supporto davvero
efficiente al sempre più ampio intreccio di relazioni con fornitori, partner e
clienti, che assicura uno scambio rapido ed efficace di informazioni tra mercato
e produzione così come tra punti di vendita e fornitori
». E’ il sostanziale
traguardo di Yomo, che ha misurato in milioni di euro gli investimenti annuali
in It, e che, dopo aver finalmente metabolizzato il cambiamento, è ora in grado
di capitalizzare sui paradigmi dell’azienda collaborativa.


 

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