I consigli per una corretta replica dei dati

Valutazione della banda, file da replicare, tempi di ripristino. Ecco le indicazioni di CommVault per impostare una corretta strategia di recovery.

Gli stringenti vincoli di sicurezza e la continua crescita dei dati porta le aziende a essere più attente alla protezione dei dati business critical e alla riduzione dei tempi di ripristino delle applicazioni importanti.

Uno dei metodi migliori di proteggere i dati di produzione è l’utilizzo di una tecnologia di replica, come possono essere le snapshot, per soddisfare i livelli di Rpo (Recovery Point Objective) e Rto (Recovery Time Objective) per le applicazioni ed i dati più importanti.

Un servizio software di replica dei dati offre una misura di ridondanza che può essere fondamentale nel caso in cui il sistema principale di backup si dovesse bloccare.
La possibilità di accedere immediatamente ai dati replicati minimizza il downtime ed i costi associati. Se implementato bene, il processo, può ottimizzare il disaster recovery aggiornando continuamente copie di sicurezza di tutti i file di cui è stato effettuato un backup. Lo stesso può inoltre consentire una maggior velocità di ripristino in seguito anche a gravi problemi derivanti, per esempio, da disastri ambientali, e garantire che le aziende tornino online velocemente anche se colpite da attacchi maligni di virus o di worm.

Come si implementa una strategia di replica dei dati
Secondo Cristian Meloni, Presales Technical Engineer di CommVault Italia, nel momento in cui si pianifica una replica regolare dei dati, è necessario avere disponibile un’ampiezza di banda sufficiente.

Questo porta alla prima questione critica, ovvero a definire in via preliminare, quali e quanti dati devono essere replicati. Una volta chiarito questo punto, il passo successivo sta nel capire se questi dati possono essere trasferiti con la banda a disposizione e con quale rapidità questi dati vengono modificati.

La risposta a queste domande ne porta ancora altre: quali sono gli obiettivi a livello di tempo di ripristino e per quanto tempo può l’azienda restare offline mentre vengono effettuati i backup.

La tecnologia di replica, per Meloni, offre enormi vantaggi per la protezione dei dati, consentendo un ripristino veloce con una minima perdita di transazioni, grazie alla copia automatica di dati predefiniti ad intervalli prestabiliti, generando copie point-in-time.

Questo approccio offre un’immediata disponibilità dei dati e, poiché il backup tradizionale può essere realizzato anche dalle immagini replicate, le perdite di performance legate all’esecuzione di backup online o alla necessità di fermare le applicazioni in occasione di backup più lunghi vengono rimosse. Questo permette inoltre ai reparti It di rispondere alla richiesta crescente di riduzione delle finestre di backup.

Il costo delle tecnologie

Per Meloni è necessario essere realisti: il costo rimane sempre un fattore chiave per ogni azienda, anche quando ci si trova ad avviare o perfezionare processi di disaster recovery.

Va detto, però, che le nuove tecnologie come la virtualizzazione dei server, stanno rendendo più semplice e veloce, e di conseguenza economico, il consolidamento dell’hardware. Ciò libera risorse che possono essere impegnate per implementare soluzioni di replica e si possono fare progetti di disaster recovery più economici, soprattutto all’interno di realtà di piccole e medie dimensioni.

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