I chipset, punto cruciale nel futuro di nVidia

Dalla Xbox ai pc, la società si propone come fornitore di componenti di base per l’architettura dei sistemi. Ma se questo da una parte le consente di siglare accordi importanti dall’altra sembra distrarla dal core business dei processori grafici

È passata una decina di giorni da quando nVidia ha annunciato il suo primo
chipset per personal computer. E finalmente questa decisione strategica inizia a
mostrare alcuni importanti risvolti.
Da una parte c’è l’accordo con Amd, il
quale prevede che per un certo periodo di tempo (la durata al momento non è ben
precisata) i nuovi chipset possano essere usati solo con processori Athlon e
Duron; dall’altra parte c’è la novità di una proposta tecnologica che per la
prima volta integra audio e video di alta qualità e quindi può consentire la
realizzazione di pc mainstream che non necessitino di schede aggiuntive e che
presentino prezzi un po’ più contenuti degli attuali: le prime macchine basate
sui nuovi chipset, che saranno in commercio a cavallo tra settembre e ottobre,
dovrebbero collocarsi nella fascia di prezzo tra 1 milione e 800mila lire e 3
milioni.


Risultano quindi chiare le intenzioni di nVidia di aggredire Intel in
partnership con Amd ma anche di tentare di entrare prepotentemente in un mercato
in cui sinora non è mai stata presente, quello appunto dei chipset. Nel primo
caso, il tentativo di fare breccia nel settore predominato dalla corazzata Intel
è evidente. D’altra parte le due aziende stanno da tempo lavorando assieme e i
loro prodotti si completano. Un accordo strategico è apparso perciò un passo
logico che potrebbe giovare a entrambe: poter contare in esclusiva su un partner
con brand riconosciuto e prodotti validi può essere l’occasione per Amd di
raggiungere l’ambito ruolo di leader nel settore consumer, risultato finora
sfiorato più volte ma mai ottenuto; per nVidia operare con Amd significa
sfruttare una congiuntura positiva che le può consentire di crearsi uno share
(potenzialmente anche molto rilevante) all’interno di un mercato sinora
inesplorato.
Va però detto che seppure sul fronte pc Intel e nVidia si
trovano a essere concorrenti, ben diverse sono le cose sul versante Xbox, dove
le due società agiscono in partnership. Questo lascia intendere che nel futuro
di nVidia non ci sia solo la piattaforma Amd. Tuttavia, a differenza di Advanced
Micro Devices, Intel è anche un importante produttore di chipset e quindi, in
questo caso, la competizione potrebbe essere più serrata e molto impegnativa.
Però Via Technology ha mostrato che, se si sanno cogliere le opportunità offerte
dal mercato (e sfruttare gli errori altrui), ci si può ricavare un proprio
spazio.


Proporre un chipset che integra un chip grafico GeForce 2 o 3 e un audio
digitale 5.1 vuole però anche dire scontrarsi con grossi nomi che proprio su
prodotti di questo tipo hanno fondato il proprio successo. Un esempio è
Creative, la quale è sia sinonimo di audio per il computer sia anche un
importante cliente di nVidia per quanto riguarda i processori grafici. Il
rischio a questo punto è di trovarsi a combattere una battaglia che può
rivelarsi un boomerang. Il management di nVidia sostiene che il segmento dei
chipset integrati e quello delle schede audio e video rimarranno separati e
quindi non si creerà nessuna competizione. Forse al più alto livello questo può
essere vero, ma sui pc più economici la competizione ci sarà, eccome.


Va comunque precisato che Creative ha un po’ mollato le redini nel settore
della grafica: negli Stati Uniti non è più presente nel mercato retail con le
sue schede e in alcuni paesi europei ha ceduto diversi punti di share ai
concorrenti. “È una mossa calcolata – dicono in Creative – perché puntiamo più
al margine che non ai volumi”. Può essere, ma bisogna considerare che l’azienda
non produce né processori grafici né memorie (ossia la gran parte del valore di
una scheda) e in un periodo come l’attuale in cui il dollaro sale, i costi delle
Ram crollano e nVidia annuncia Gpu, come la GeForce 3, che poi fa fatica a
consegnare, dover contare sugli altri per il proprio business non è certo un
fattore stimolante. A ciò vanno anche aggiunte le tensioni nei rapporti con
nVidia proprio a causa della GeForce 3: Creative non era infatti presente
all’annuncio del processore perché aveva ritenuti inaccettabile il
posizionamento (in termini di prezzo) deciso da nVidia. Tutti fattori
importanti, che molto probabilmente hanno spinto il numero uno delle schede
audio a essere più cauto nei confronti del settore video e quindi a lasciare più
spazio ad aziende minori, spesso di provenienza taiwanese, che propongono
comunque schede con Gpu nVidia a prezzi molto aggressivi.


Bisogna ammettere che da tre-quattro anni a questa parte, a partire dal
processore Tnt, nVidia le ha indovinate tutte e tutti i suoi progetti sono
rivelati dei successi. Ma adesso si trova di fronte alla scommessa più grande. E
questo caso se si rivelasse un passo falso le potrebbe anche essere fatale.

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