I blade di Ibm si autogestiscono

Big Blue ha preparato un bundle per l’autogestione dei propri Bladecenter. Basato su Tivoli Orchestrator, garantisce il funzionamento “autonomico” sotto Windows.

8 ottobre 2003

Ibm ha realizzato un bundle per l’autogestione dei server blade animato dalla tecnologia acquisita da Think Dynamics per la coesistenza e la gestione di macchine Intel sotto Windows e Linux, dal proprio tool di system management Tivoli, e ispirato ai principi dell’autonomic computing.


Il bundle hardware e software, nella fattispecie, comprende un server BladeCenter con Windows 2000, il middleware WebSphere e, laddove richiesto, Db2. Per far sì che si possa autogestire, il sistema dispone di un workflow scritto sotto il tool di gestione Tivoli Orchestrator e Ibm Director che permette di accogliere automaticamente qualsiasi nuovo blade nello chassis del BladeCenter e di metterlo immediatamente in produzione, configurandolo per Windows con WebSphere, e facendogli ereditare tutte le policy di gestione impostate tramite Tivoli.


In tal modo il sistema blade di Ibm funziona seguendo i dettami dell’autonomic computing, che vogliono server in grado di capire cosa accade nell’ambiente operativo, sia a livello fisico che logico e di adeguarsi al nuovo stato o al nuovo accadimento, come appunto l’inserimento di un blade.


Una licenza base (BladeCenter con un solo blade e il Tivoli Intelligent Orchestrator) costa 20mila dollari. Pertanto, un sistema completamente riempito di blade, tutti con le licenze di Windows 2000, WebSphere e Tivoli, costerebbe sui 300mila dollari.

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