I big dello storage pensano in “piccolo” adeguando l’offerta

Il nuovo fronte di battaglia tra i produttori storicamente concentrati sulla fascia alta si sta spostando anche sul mercato medio e piccolo, che si preannuncia assai promettente. In primo piano i dischi di rete, purché costino poco ma senza rinunciare alle prestazioni.

Il mercato sta chiedendo soprattutto soluzioni storage di fascia bassa, esigenza che i produttori fin qui concentrati sull’high end (come Ibm ed Emc) stanno parallelamente assecondando con il rilascio di dispositivi dai costi abbordabili ma ben attenti a non penalizzarli sul piano funzionale.


Stiamo parlando di tutto ciò che è storage di rete, quindi sia sistemi San (Storage area network) che Nas (Network attached storage). Questa, infatti, sembra essere la porzione di storage che cresce di più, addirittura tre volte tanto rispetto al mercato dei dischi nel suo complesso. I dati Idc relativi al secondo trimestre del 2004 segnalano che il comparto ha messo a segno a livello mondiale entrate per 2,1 miliardi di dollari, il secondo valore trimestrale di sempre, con un aumento sull’anno precedente del 17,9%. In particolare risultano trainanti i sistemi San, la cui crescita percentuale registrata è del 18,6%, mentre i Nas aumentano del 15%. Segnali positivi arrivano da tutto il comparto "dischi ", che però, secondo Idc, limita l’ascesa al 5%. Il buon momento dei sistemi di network storage interessa tutte le fasce di prezzo. A questa evidenza è legata (come conseguenza e come causa) una nuova strategia d’offerta che i principali produttori hanno approntato, investendo sulla fascia media e bassa dei prodotti. Perché sarà lo small business a trainare le spese di storage fino a tutto il 2006.

Rinnovamento d’offerta


L’ultima mossa di Ibm in questo senso riguarda l’annuncio di una nuova coppia di dispositivi array, di cui uno offre il supporto di iScsi (Internet Scsi). Già nel 2001 Ibm aveva commercializzato un prodotto iScsi ma a quel tempo il mercato non era forse pronto e, soprattutto, il prezzo era troppo alto. Ora iScsi è tornato alla ribalta come uno dei mezzi per rendere accessibili prodotti che, in sé, sarebbero di taglio high end, offrendo buone prestazioni ma con costi inferiori rispetto allo standard Fibre Channel, dato che si appoggia a un’infrastruttura di rete di tipo Ethernet.


Il nuovo dispositivo Ibm, Ds300, ha la forma di uno chassis da 3U, cache di backup per la batteria, alimentatori ridondanti di tipo hot swap (estraibili, cioè, a caldo) ed è gestibile in configurazione Raid; il tutto per un prezzo base di circa 3mila dollari (ma in configurazione mono-controller e senza dischi). Ds300 si affianca al Ds400, che supporta Fibre Channel. Anche quest’ultimo (circa 5mila dollari il suo costo base) è comunque destinato al settore small e medium. Ds300, così come Ds400, fa parte della famiglia TotalStorage Ds (che sta per Disk systems). Il brand comprende, tra l’altro, non solo tutti i dischi midrange ma anche gli array Ibm di fascia alta (quelli un tempo noti come Shark), segno che Big Blue ha razionalizzato il catalogo dei dischi nel suo complesso.


A confermare l’andamento "basso" dell’offerta Ibm, è appena arrivata anche la versione 500 di TotalStorage Nas Gateway, pensata per fornire allo small business una soluzione appetibile di disaster recovery. Il dispositivo nasce in configurazione monoprocessore anche se, come ci tiene a sottolineare il produttore, consente di scalare verso l’alto per ottenere una struttura prestante e ridondante.


La risposta di Emc a quest’ultimo annuncio si è fatta attendere solo qualche giorno: si chiama Ns500 ed è un sistema Nas pensato per il medesimo mercato. La proposta dovrebbe essere in grado di scalare fino a 208 Tb di capacità, includere caratteristiche di gestione derivate dalla piattaforma Celerra, apportare buone capacità di integrazione in ambienti Windows e, infine, offrire il supporto di iScsi.

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