Hp – Quando il Cio raddoppia

Michele Piergiorgi, Marketing manager executive programs, Hp Italia Una possibile strategia per superare i limiti alla capacità innovativa di un’azienda è la creazione di “reti” di innovazione: lo sviluppo di collaborazioni tra diversi attori (aziende, …

Michele Piergiorgi, Marketing manager executive programs, Hp Italia


Una possibile strategia per superare i limiti alla capacità innovativa di un’azienda è la creazione di “reti” di innovazione: lo sviluppo di collaborazioni tra diversi attori (aziende, università ed enti di ricerca). Ciò consente di attingere a servizi relativi a invenzioni e innovazioni, condividere i rischi, ridurre i costi e ottimizzare la profittabilità dei modelli di business. Seguendo questo modello collaborativo le aziende possono utilizzare un mix di risorse e competenze che alimentano un circolo virtuoso, accelerano il ciclo innovativo e agevolano la collaborazione tra domanda e offerta di innovazione. In uno scenario di questo tipo è fondamentale individuare una figura interna all’organizzazione che rivesta il ruolo di propulsore all’innovazione. Tale figura è il Cio, che diventa anche Chief innovation officer e che sarà la figura chiave nel guidare l’innovazione, perché capace di far evolvere il sistema Ict dell’impresa in linea con i bisogni e l’evoluzione aziendale, di seguire le novità del mercato valutandone le performance e integrandole. Inoltre il Cio dovrà mantenere tecnologicamente aggiornata l’azienda e garantire il miglioramento, che può concretizzarsi in un cambiamento proattivo o semplicemente limitarsi all’aggiornamento richiesto. In quest’ottica il Cio dovrebbe svolgere una reale attività di spinta all’innovazione di business, che va al di là della gestione dei processi, in una direzione più strategica di crescita e competitività.

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