Ha un costo l’ignoranza informatica

Maggio 2003, È stato stimato in 15,6 miliardi di euro il danno che l’Italia subisce ogni anno per la scarsa preparazione della forza lavoro all’impiego delle tecnologie dell’informatica e delle telecomunicazioni (Ict). A questa cifra si dovrebbe …

Maggio 2003,
È stato stimato in 15,6 miliardi di euro il danno che l’Italia subisce
ogni anno per la scarsa preparazione della forza lavoro all’impiego delle
tecnologie dell’informatica e delle telecomunicazioni (Ict). A questa cifra
si dovrebbero aggiungere altri 2 miliardi se non fossero decollate alcune
iniziative non-profit di alfabetizzazione informatica. Questi dati sono
stati calcolati dall’Aica – Associazione Italiana per l’Informatica
e il Calcolo Automatico – in collaborazione con Sda-Bocconi.

L’analisi approfondita del rapporto conferma che è la formazione
la vera leva per aumentare l’autonomia e la produttività degli utenti
di sistemi informatici. Nonostante questa evidenza – rimarca lo studio –
l’informatica non è però, se non in casi particolari, disciplina
curricolare nella scuola secondaria superiore in Italia. E come se non bastasse,
anche nelle imprese risulta che in Italia l’incidenza degli addetti che
ha ricevuto almeno un minimo di formazione in materia non supera il 18 per
cento, contro il 28% per cento medio dei paesi europei, il 55,6% della Danimarca,
il 49,2% della Finlandia e il 46,1% della Svezia. L’Italia è così
al terzultimo posto nella graduatoria dei 15 Paesi europei per incidenza
della formazione di base informatica sulla forza lavoro.

L’ultimo dato evidenzia un grave ritardo del nostro Paese, che sembra
sordo agli appelli lanciati dall’Unione Europea. Quest’ultima,
definendo e avviando i piani di azione e-Europe 2002 e e-Europe 2005, ha
più volte ribadito che gli obiettivi di sviluppo quantitativo e qualitativo
dell’occupazione si possono conseguire solo allineando le capacità
della forza lavoro al nuovo contesto tecnologico. Unica parziale schiarita,
sempre nel nostro Paese, è stata la pubblicazione delle Linee guide
del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione
del ministro per l’Innovazione Tecnologica, nel quale si specifica
l’importanza del riconoscimento oggettivo delle competenze, attraverso
opportuni programmi di certificazione. A questo riguardo una notazione particolare
merita la patente del computer o Ecdl (European Computing Driving Licence),
standard europeo di riferimento per la certificazione delle competenze di
base nell’uso del computer che sta raggiungendo un significativo livello
di diffusione (171.500 diplomati, 2.700
test center abilitati e 450.000 skill card – i libretti d’esame).
Su questo fronte, oggi l’Italia è seconda solo alla Gran Bretagna.

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