Grid, presente e futuro dello storage

Come Xiv di Ibm vuol diventare il punto di riferimento delle infrastrutture enterprise

Il sistema Xiv è entrato nella sfera d’azione di Ibm da ormai quasi due anni, da quando, cioè, rilevò la società israeliana capitanata da Moshe Yanai, un visionario dello storage, le cui “impronte digitali tecnologiche” sono leggibili anche nei sistemi di fascia alta di Emc, i Symmetrix.

Si tratta di un rack che è portatore di un modo parallelo di gestire le informazioni, con la granularità tipica del grid computing, che ha la caratteristica di auto-ripararsi in caso di guasto e di effettuare il tuning in forma altrettanto automatica dei dati che gestisce. A chi è destinato questo sistema e quali sono i punti di rottura con il passato dello storage? Ce lo spiega Michael Speck, responsabile del business su Xiv per l’area europea Southwest, un veterano del mondo storage, approdato in Ibm, guarda caso, proprio da un anno e mezzo, dopo una significativa militanza in Emc.

In termini semplici, Speck definisce Xiv «un sistema grid di virtualizzazione storage, capace di far risparmiare fino all’80% rispetto allo storage esistente», per intenderci, quello di tipo tier 1. Stiamo parlando, dunque, di dispositivi e infrastrutture tipicamente in uso presso grandi aziende.

Xiv, spiega Speck, è basato sullo stato dell’arte della tecnologia e costituisce un’architettura che da qui a tre anni sarà l’anima delle soluzioni storage di punta. Il grid in campo storage, insomma, per il manager tedesco, diventerà un punto di riferimento e sarà passibile di imitazione. E il riferimento a quanto accade o accadrà nel resto del mondo storage non è casuale. «Ogni architettura è basata su uno schema di riferimento – sostiene Speck -. Teniamo conto che nel campo dello storage ogni 15-20 anni serve un nuovo modello di base. Con lo storage grid siamo alla nuova svolta».

Oggi ci sono i dischi allo stato solido, i dati virtuali, serve dare efficienza al caching dei dati e alla gestione dei load. In sostanza, per Speck il punto chiave è l’ottimizzazione delle risorse.

E i moduli storage intelligenti che dentro Xiv si connettono in cluster all’architettura grid fanno questo. Intelligenti perché pur aumentando le interfacce non rallentano la potenza, i moduli di Xiv sono caratterizzati da una sorta di scalabilità orizzontale e funzionano in griglia secondo il principio dei vasi comunicanti, spostando cioè capacità ed elaborazione dati. Il tutto, ovviamente, in modo trasparente. Difatti, come sostiene Speck, la caratteristica che attrae di più un utente verso Xiv è la facilità d’uso, seguita dalle performance e dalla pur notevole riduzione dei costi.

Xiv sfrutta un algoritmo di distribuzione dei dati che consente di portare un volume su tutti i dischi del sistema, in modo automatico e pseudo-casuale. I vantaggi, in termini di sfruttamento delle capacità di storage sono due: l’equilibrio costante dei dischi e l’utilizzo a fondo degli stessi.

Una caratteristica, questa, che per esempio potrebbe essere particolarmente apprezzata da un fornitore di servizi, come ci spiega Speck: contrariamente a quanto fa di solito, ossia destinare solo l’85% delle risorse alle esigenze di servizio, potrebbe allocare lo storage di cui dispone fino al 99%.

In sostanza, Xiv è per chi ha una visione del data center nuova, funzionale a un modo di fare business basato sulla flessibilità e sulla resilienza. Al momento lo usano al mondo 400 aziende, 5 delle quali italiane. E trova consonanza anche con i sistemi di deduplica, frutto di un’altra acquisizione di un anno e mezzo fa, quella di Diligent. «Sul fronte high end in Europa abbiamo una quindicina di progetti combinati attivi», ammette Speck. Per il manager il potenziale di convincimento insito nella piattaforma è enorme. Ma per capire il costo della gestione delle informazioni è necessario analizzare la questione dal punto di vista tecnico e organizzativo. E una strada per organizzare le operazioni in modo diverso viene dal cloud computing, che ha a che fare con il grid. «Non è questione di quanto storage si alloca – dice Speck – ma di come lo si usa e di quanto non se ne spreca. Se il cloud nasce per usare meglio le risorse, ecco che c’è sintonia».

La piattaforma Xiv sta per essere aggiornata con funzioni di replica remota asincrona, per il disaster recovery senza limiti, complemento della già esistente tecnologia snapshot, del mirroring remoto sincrono e del thin provisioning.

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