Greenpeace premia Sony Ericsson e Sony

Presentato l’ottava edizione dell’Eco-guida. Nuovi criteri, più severi, penalizzano tutti.

A distanza di tre mesi dall’ultima pubblicazione, Greenpeace rilascia la nuova edizione della sua Eco-guida ai prodotti elettronici.
Ottava edizione, per Greenpeace, che segna un punto di svolta: sono stati introdotti nuovi e più severi criteri di valutazione, che finiscono per penalizzare tutti i produttori, che perdono punti rispetto alla classifica di marzo.

Su 18 aziende presenti nella graduatoria, 16 ottengono una media di 5 punti su 10. Si salvano sono Sony Ericsson e Sony che superano di poco la metà del punteggio massimo.
I nuovi criteri di valutazione includono oggi anche l’impegno nella riduzione globale delle emissioni di gas a effetto serra, nella promozione dell’efficienza energetica dei prodotti e nella riduzione delle emissioni durante tutto il processo produttivo.
Si tratta di impegni importanti, sottolinea Greenpeace, dal momento che al comparto Ict si ascrive oggi il 2% delle emissioni globali di gas a effetto serra: una percentuale che lo mette a pari demerito con l’aviazione.

Greenpeace sottolinea che nelle aziende vi è attenzione alle problematiche ambientali, ma molte si focalizzano solo su alcuni aspetti, trascurandone altri parimenti importanti.

Ma vediamo in dettaglio la classifica.
Il primo posto spetta a Sony Ericsson che viene premiata per la politica di gestione chimica: tutti i nuovi modelli non hanno Pvc e quelli già in commercio a partire da gennaio scorso sono anche privi di antimonio, berillio e ftalati.
La società ha un buon punteggio in merito ai criteri energetici dato che i suoi prodotti sono in linea con lo standard Energy Star. Ma non si posiziona bene sugli altri criteri energetici. Da migliorare la gestione dei rifiuti elettronici.

Il secondo posto spetta a Sony, che come Sony Ericsson raggiunge un punteggio di 5,1. Meno efficace nella politica chimica, la società ha ancora sul mercato molti prodotti che sono solo parzialmente privi della plastica in PVC e dei ritardanti di fiamma bromurati. Meglio la gestione dei rifiuti elettronici, grazie al sostegno alla responsabilità individuale del produttore attraverso programmi volontari di ritiro e riciclo dei prodotti e fine vita. Da migliorare i criteri energetici, mentre una valutazione positiva spetta alle modalità di informazione al pubblico, all’impegno sulle fonti di energia rinnovabili e sui tagli delle emissioni di gas a effetto serra.

La terza posizione di Nokia è frutto dei miglioramenti nella gestione chimica. Restano punti critici le scarse pratiche di ritiro e riciclo dei prodotti in disuso (che lo portano a 4,8 punti anziché 5,8). Positivo invece il punteggio sull’utilizzo di energia rinnovabile: nel 2007, il 25% di energia arrivava da fonti rinnovabili e l’obiettivo di Nokia è arrivare al 50% entro il 2010.

Quarto posto per Samsung. La società ha eliminato il Pvc da tutti i nuovi pannelli Lcd; tutti i nuovi cellulari sono parzialmente privi di ritardanti di fiamma bromurati e l’azienda ha sviluppato una memory card e semiconduttori per alcune applicazioni privi di alogeni. Positivi anche il tasso di riciclo e l’utilizzo di plastica riciclata. Negativa invece la valutazione degli aspetti relativi all’energia anche a causa delle scarse informazioni rilasciate dalla società.

Dell, da parte sua, registra miglioramenti in termini di gestione chimica e gestione dei rifiuti, cosa che non è accaduta sui criteri energetici. Si sottolinea però come da un anno oltre il 42% dei laptop e il 57% dei desktop sono conformi ai requisiti dettati dallo standard Energy Star.

Sesto posto per Toshiba, premiata per il suo impegno nel cercare alternative più sicure a ftalati, berillio e antimonio entro il 2012. Meno positiva la valutazione sulla gestione dei rifiuti.

A parimerito con Panasonic, Acer occupa il settimo posto grazie al suo impegno di eliminare ftalati, berillio e antimonio in tutti i suoi prodotti a partire dal 2012. Meno bene la gestione dei suoi rifiuti, mentre sul fronte degli aspetti energetici, la società si è impegnata sull’efficienza energetica. Dal 20 luglio 2007, il 75% dei notebook, il 10% dei desktop e il 100% dei monitor LCD sono conformi ai requisiti previsti dallo standard Energy Star.

Panasonic, dal canto suo, ottiene 4,3 punti, soprattutto grazie ai criteri sulla chimica. Scarso invece il punteggio sul piano dei rifiuti e di poco superiore quello relativo ai criteri energetici.

A parimerito con Hp, Motorola si colloca in nona posizione: 55 dei suoi modelli di cellulari hanno circuiti stampati privi di ritardanti di fiamma a base di bromo. La società si posiziona relativamente bene sugli aspetti energetici grazie alle informazioni fornite sulle emissioni di gas serra, che si è impegnata a ridurre, all’uso di energia rinnovabile e all’efficienza energetica dei suoi prodotti.

Quanto ad Hp, viene premiata la sua politica chimica e di gestione dei rifiuti. Inoltre, alcuni impegni dichiarati si rivolgono solo alle componenti dei computer e non a tutti i suoi prodotti. Inoltre, non ha ancora sul mercato articoli privi totalmente delle sostanze più pericolose.
HP dà informazioni sulle emissioni di gas serra dovute alle sue operazioni e si è impegnata a ridurre le proprie emissioni a livello globale al 16% sotto il livelli del 2005 entro il 2010.

Apple, che occupa l’undicesima posizione, viene premiata per l’introduzione sul mercato di prodotti con componenti prive di composti ritardanti di fiamma e di plastica in PVC. La società ha però un punteggio basso sui criteri energetici, ad eccezione del tasso di riciclo. Meglio invece gli aspetti relativi all’efficienza energetica. Tutti i desktop, portatili e display seguono lo standard Energy Star 4.0 e gli adattatori di iPod e iPhone non solo eccedono lo standard Energy Star, ma addirittura sono conformi ai regolamenti molto più severi imposti dalla California, che entreranno in vigore dal 1 luglio 2008.

3,9 punti per il dodicesimo posto di Sharp, alla quale viene riconosciuto l’impegno sulle pratiche e sulle politiche in materia di chimica pericolosa. Scarsa invece l’informazione in tema di rifiuti. Buono il posizionamento in termini di efficienza energetica.

Migliora la gestione chimica anche per Lenovo, in tredicesima posizione. sul mercato articoli privi di PVC e ritardanti di fiamma, ma si deve impegnare sull’eliminazione berillio, antimonio e ftalati. L’azienda viene premiata per l’efficienza energetica per avere tutti i modelli di notebook, desktop and monitor in linea con quanto previsto dalla standard corrente di Energy Star.

Philips risulta penalizzata a causa della scarsa chiarezza in tema di responsabilità individuale del produttore: sul sito web, infatti, Philips riconosce l’importanza di questo principio, mentre negli Stati Uniti l’azienda è membro della “Coalizione di produttori di elettronica per il riciclo responsabile”, che promuove tasse per il riciclaggio che dovrebbero essere sostenute dal consumatore (contrariamente a quello che sostiene il principio di responsabilità individuale del produttore). L’azienda inoltre non ottiene punti sui criteri relativi alla gestione dei propri rifiuti. Bene invece i criteri relativi a chimica e energia. La società fornisce informazioni delle proprie emissioni testate di gas serra e si è impegnata a tagliare queste emissioni del 25%. Inoltre il 10% dell’energia impiegata nel 2007 arriva da fonti rinnovabili.

Quindicesima posizione per Fujitsu Siemens Computers, premiata per la sua politica chimica. L’azienda ottiene invece un punteggio basso sui criteri relativi alla gestione dei rifiuti e ancor peggio su quelli energetici. Sul piano dell’energia, FSC prende punti solo per il sostegno dato al taglio obbligatorio delle emissioni di gas serra a livello globale di almeno il 50% entro il 2050.

LG Electronics si colloca al sedicesimo posto, con 3,3 punti ottenuti solo sui criteri relativi a chimica e rifiuti, mentre non ottiene alcun punto sul criterio energia. L’azienda fornisce dati sul riciclo dei propri rifiuti in Europa, Asia e Nord America.

Microsoft è penultima con punteggio di 2,2 ottenuto principalmente sui criteri chimici. Sui criteri relativi ai rifiuti, Microsoft acquista pochi punti per il sostegno, seppur debole, alla responsabilità individuale del produttore. Sugli aspetti energetici, l’azienda riferisce solo i dati dell’emissione di CO2 dalle sue operazioni, senza prendere alcun impegno.

Ancora in fondo alla classifica Nintendo, con un punteggio pari a 0,8 su un massimo di 10 punti. L’azienda non ottiene punti sui criteri relativi alla gestione dei rifiuti, mentre ne acquista sul piano chimico, avendo bandito gli ftalati e monitorando l’uso di antimonio e berillio.

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