Google propone una carta di credito per le Pmi

In partnership con Mastercard, la società starebbe lanciando servizio per consentire alle piccole e medie imprese di pubblicizzare siti web, prodotti e attività (attraverso il programma AdWords) attraverso uno speciale finanziamento.

Google non cessa mai di guardare all’ampiamento del suo business e si
appresta a giocare una nuova carta. La società fondata da Larry Page e Sergey
Brin sembra intenzionata a entrare nel mercato finanziario iniziando a
offrire quei servizi che solitamente vengono proposti da un istituto di
credito. Ecco quindi che Google sarebbe in procinto di lanciare una sua carta
di credito
messa a disposizione, in primis, delle piccole e medie imprese.
Queste ultime avranno la possibilità di pubblicizzare i propri siti web,
prodotti e attività – attraverso il programma AdWords – godendo di uno
speciale finanziamento da parte di Google. Non si tratta di sconti: il colosso
di Mountain View consentirà di pubblicare inserzioni pubblicitarie a pagamento
offrendo un prestito iniziale che può variare tra 200 e 10.000 dollari al mese.

Negli Stati Uniti i primi test
avrebbero dato esito più che positivo tanto che Google starebbe per aprire
ufficialmente l’iniziativa portandola anche oltre oceano, in Gran Bretagna. Le
carte di credito saranno MasterCard e, se negli Stati Uniti Google ha
avviato una partnership con Comenity Capital Bank, nel Regno Unito l’azienda si
alleerà con il gruppo Barclays.

Il tasso di interesse applicato
sulle transazioni avviate attraverso le carte di credito Google è rilevante (in
Gran Bretagna potrebbe sfiorare il 9% mentre negli States il 12%) ma è comunque
più basso di quello offerto da alcune banche e, soprattutto, consente ad alcune
aziende di avere credito in un momento in cui gli istituti tradizionali tendono
a chiudere i rubinetti.

Anche Amazon ha cominciato a
fare prestiti alle librerie che sono disposte a vendere i testi attraverso la
piattaforma di commercio elettronico. L’obiettivo è per il momento sempre lo
stesso: smuovere il più possibile il mercato pubblicitario in periodo di crisi.

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