Google Cloud Functions for Java 11

Il linguaggio di programmazione Java ha recentemente compiuto 25 anni ed è ancora oggi uno dei più utilizzati per le applicazioni enterprise, sottolinea Google nel lanciare la nuova funzionalità: su Google Cloud è già possibile eseguire microservizi Java serverless in App Engine e Cloud Run, e ora Big G ha introdotto Java 11 in Google Cloud Functions.

Cloud Functions è l’ambiente di computing serverless di Google, che consente di eseguire il codice senza dover effettuare il provisioning dei server, per la creazione e la connessione di servizi cloud.

Con Cloud Functions è possibile scrivere semplici funzioni single-purpose, piccoli snippet di codice, associate a eventi emessi dall’infrastruttura e dai servizi cloud. La funzione viene attivata (triggerata) quando viene generato un evento che viene monitorato.

Il supporto per Java 11 significa che ora gli sviluppatori possono scrivere funzioni cloud usando i loro linguaggi JVM preferiti (tra cui Java, Kotlin, Groovy, Scala e così via) con il Functions Framework for Java di Google, e anche con Spring Cloud Functions e Micronaut.

Google Cloud Functions for Java 11Cloud Functions for Java 11 è al momento in versione beta: consente di utilizzare Java per creare applicazioni e layer di integrazione business-critical e distribuire la funzione in un ambiente completamente gestito, completo dell’accesso alle risorse in una rete VPC privata.

Le funzioni Java verranno scalate automaticamente in base al carico ed è possibile scrivere funzioni HTTP per rispondere a eventi HTTP e funzioni in background per processare eventi provenienti da vari servizi cloud e della Google Cloud Platform, quali Pub/Sub, Cloud Storage, Firestore e altro.

Cloud Functions si adatta in modo ideale, ad esempio, ai back-end di applicazioni serverless per l’integrazione con servizi e Api di terze parti o per i back-end mobili o IoT, sottolinea Google. È anche possibile utilizzarlo per i sistemi di data processing in tempo reale, come l’elaborazione dei file quando vengono caricati su Cloud Storage, o per gestire stream di eventi real time da Pub/Sub. Infine, può servire applicazioni intelligenti quali assistenti virtuali e chat bot o per l’analisi di video, immagini e sentiment.

Google ha pubblicato anche una utile Quick Start guide per iniziare a usare la nuova funzionalità e che spiega come creare e distribuire una Cloud Function Java che, attivata da una richiesta HTTP, scrive il classico messaggio “Hello world!”.

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