Google: GDrive si avvicina, polemiche incluse

Google dovrebbe rilasciare nel corso di quest’annoil suo GDrive. Dal pc al dispositivo di accesso: cambio di paradigma e di filosofia.

Come spesso accade quando si tratta di Google, le novità in arrivo dal gigante di Mountain View riescono a sollevare nel contempo interesse e polemiche.

Di GDrive, ad esempio, non è la prima volta che si parla, ma ora che il progetto comincia ad assumere quel tanto di concretezza da farne presuppore un prossimo rilascio, qualcuno comincia a sollevare obiezioni.

Con GDrive, nella sostanza, Google dovrebbe proporre una soluzione che consente agli utenti di accedere a dati e documenti installati sul proprio pc, semplicemente utilizzando una connessione Internet.

I file personali  non risiederebbero più sulla macchina dell’utente, ma su uno spazio messo a disposizione sui server di Google e dunque accessibile normalmente via Internet.

Un passo fondamentale nella strategia cloud della società, che tuttavia solleva una serie di interrogativi rispetto alla salvaguardia della privacy e della riservatezza dei dati personali.

Dall’hard disk al server, dovrebbe essere il paradigma, che si coniugherebbe per altro con una nuova generazione di dispositivi, decisamente più semplici e più “leggeri” dal punto di vista tecnologico e destinati a fungere da semplice portale di accesso ai contenuti memorizzati sui server di Google.

Il passaggio, come sottolineano in molti, non è da poco. E’ un cambiamento filosofico, che porta a considerare “personal computer” non più l’hardware, ma il software. E in questo scenario appare evidente che concedere volontariamente a qualcuno l’accesso a tutti i propri dati e a tutte le proprie informazioni pone ben più di un problema etico.

In attesa del rilascio effettivo di GDrive, atteso nel corso dell’anno, la società continua a lavorare ai progetti già rilasciati. Come Chrome, ad esempio.

La novità più recente riguarda la soluzione di un problema di compatibilità con Hotmail. In attesa che il team di Hotmail elabori il fix corretto, il team di Google si affida agli escamotage e rilascia una patch in base alla quale quando Chrome approda su Hotmail, “impersonifica” Safari modificando la stringa user-agent e non presenta più problemi di incompatibilità.

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