Google-editori: i termini dell’intesa

La digitalizzazione dei libri è solo una parte dell’intesa. Che apre altri scenari

http://books.google.it/ è l’indirizzo del motore di ricerca che offre la consultazione di un buon numero di libri in italiani fra i quali si trovano le firme di Indro Montanelli , Francesco Alberoni o Giorgio Bocca.


Si tratta di libri che Google definisce “fuori commercio” anche se in qualche caso fuori commercio i volumi non lo sono affatto. Come ha spiegato Stefano Salis sul Sole 24 Ore, “la nozione di opera ‘fuori commercio’ utilizzata da Google per avere la scusa di digitalizzare i libri si è rivelata poco efficace. Per esempio: Google giudica fuori catalogo un libro del quale invece è uscita un’altra edizione. E poi perché ogni titolo, per Google, ha lo stesso valore: un editore normale paga di anticipi sui diritti da 2.000 a un milione di dollari e tra un libro che vende un milione di copie e uno che ne vende cento sa bene qual è la differenza”.


La reazione degli editori non si è fatta attendere anche perché, limitandoci all’Italia, online si possono trovare anche autori come Terzani o Odifreddi. Per questo hanno chiesto al motore di ricerca di allinearsi alle metodologie esistenti come quella del progetto Arrow coordinato dall’Associazione degli editori.


La class action è durata quattro anni ed è ormai alle battute finali. La società di Mountain View ha deciso di pagare le spese processuali e di creare una fondazione indipendente che terrà la contabilità per i proventi di autori ed editori. In pratica, forte della sua posizione di quasi monopolio nei motori di ricerca, prima ha messo online i libri e poi ha cercato l’accordo con gli editori ai quali è stato proposto il pagamento di sessanta dollari da dividere con gli autori per ogni titolo digitalizzato.


Chi non aderirà all’accordo, però, non avrà la garanzia di non vedere digitalizzati i propri libri ma solo la sicurezza di non ricever i soldi da Google. Ovviamente potrà fare causa, ma negli Stati Uniti.


Questa però è solo una parte della vicenda. Gli scenari che si aprono con la digitalizzazione sono molto più ampi. Lo sa bene Federico Motta, presidente dell’Aie, che ricorda come l’accordo preveda “ampie possibilità di utilizzo da parte di Google: dalla digitalizzazione sono sviluppati servizi che vanno dalla semplice diffusione di brevi estratti dell’opera e dalla consultazione delle opere all’interno delle biblioteche per usi di studio e di ricerca, fino alla vendita di abbonamenti a istituzioni di vario genere per l’accesso completo alla banca dati di opere e alla vendita ai consumatori di accessi ai singoli libri. Google non sarà più quindi solo un motore di ricerca. Funzionerà come distributore. E per tutti gli editori il dentro o fuori sarà una scelta molto delicata”.

Secondo l’accordo Google renderà fruibili i libri in tre modalità.
Libri coperti da copyright e in commercio: sono i libri ancora venduti dagli editori e normalmente disponibili in libreria. Saranno disponibili in anteprima e potranno essere acquistati online.

Libri protetti da copyright ma fuori stampa: libri non in vendita, usualmente disponibili in biblioteca. Saranno disponibili online.

Libri non coperti da copyright. Potranno essere letti, scaricati e stampati dagli utenti senza alcuna limitazione.   

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