Gli ultimi giorni di Fiorina

La sostituzione di un membro del board con uno ostile e le voci di dimissioni. La Borsa esulta e qualcuno dice: “Il deal con Compaq era stupido già all’epoca”

Il licenziamento di Fiorina non è proprio una sorpresa. Già negli ultimi
giorni si era diffusa la notizia riguardo la cancellazione di alcune
deleghe
al Ceo di Hp che aveva perso il controllo diretto su tre
importanti business unit. La società, commentando le voci di dimissioni, aveva
parlato di “pura speculazione”. Il 2 febbraio, però,
si era dimesso dal board di Hp Sanford Litvack, ex
vicepresidente della Walt Disney, sostituito da Thomas Perkins, un imprenditore
della Silicon Valley già consigliere di amministrazione di Hp fra il 2002 ed il
2004 e poi andato in pensione. Il richiamo in servizio di un ex consigliere in
pensione – ha osservato il Financial Times in una ricostruzione degli ultimi
giorni di Fiorina in Hp – ha destato sorpresa fra alcuni osservatori, tanto più
che il diretto interessato, cioé Perkins, era stato cofondatore di
Compaq
.
La Borsa di New York ha accolto con un rialzo del 10%,
prima dell’apertura, la notizia delle dimissioni Fiorina.
Secondo Peter
Sorrentino, chief investment officer di Bartlett & Co, “Auspicavamo da
tempo le dimissioni. Pensavamo che il titolo Hp potesse valere 24 dollari solo
prendendo in considerazione la parte imaging. Secondo noi gli azionsti
erano penalizzati dall’andamento degli altri business”
. Al momento in cui
scriviamo il titolo Hp, che ha perso il 50% negli ultimi cinque anni, vale
21,95 dollari con un rialzo dell’8,9%.
Soddisfatto è anche Jeff Matthews,
general partner di Ram Partners, hedge fund che, specifica, non ha interessi in
Hp. “Il deal con Compaq è stata una cosa stupida – sentenzia -.
Nn ci sono altre parole per definirlo. E la cosa peggiore che era stupido
all’epoca non visto con il senno di poi”.  


 

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