Gli stipendi nell’ICT

A passarsela meglio sono sistemisti di livello quadro e i loro corrispondenti in area sicurezza (security engineer), per i quali la retribuzione è cresciuta rispettivamente dell’8,2 e del 7,5% rispetto al +1% riportato dal 2008 al 2011 dal 44% delle figure impiegate nell’ICT.

La valorizzazione dei talenti, si sa, passa anche dalle politiche retributive.
Non si stanca di ripeterlo Simonetta Cavasin, General Manager Od&M Consulting che, in occasione dell’annuale presentazione dei risultati dell’Osservatorio Assintel delle competenze nell’ICT, ha fornito la propria chiave di lettura del XIII Rapporto sulle Retribuzioni in Italia 2012, per la prima volta razionalizzato nel numero di profili indagati, scesi da 27 a 22.

Peccato che, nel settore di compentenza dell’Associazione nazionale delle imprese ICT, a passarsela meglio sono solo gli analisti sistemisti di livello quadro e i loro corrispondenti sotto il cappello di security engineer, per i quali la retribuzione è cresciuta rispettivamente dell’8,2 e del 7,5% rispetto al ben più misero +1% riportato dal 2008 al 2011 dal 44% delle figure impiegate nell’ICT, che possono pure dirsi fortunate, visto che per un terzo del totale i compensi sono calati non meno di 4 punti percentuali.

Indipendentemente dal livello di inquadramento e dal comparto di riferimento, in Italia l’aria di stagnazione non accenna a chetarsi «appesantita da un trend del mercato generale in cui anche il potere di acquisto non ha la meglio sull’inflazione».

Ancora una volta, l’invito della Cavasin, che si occupa di compensation, è «progettare sistemi di gestione retributiva all’interno delle aziende lavorando, in primis, sulla leva della retribuzione variabile, strettamente connessa a un sistema di obiettivi sia individuali, che aziendali».
Anche perché se un dato è chiaro, anche nell’ultima indagine, è che, «rispetto al mercato generale, le professionalità, i contenuti e le competenze portate in dote dagli impiegati del settore ICT risultano di più alto livello», mentre i neolaureati in materie tecnologiche risultano pagati di meno (-5,2% rispetto alla media) in confronto alle altre posizioni professionali.

Un gap che si recupera sì per il 13,9% dopo 3-5 anni di esperienza lavorativa ma comunque di due punti e mezzo percentuali in meno rispetto alla media impiegatizia.

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