I cambiamenti avvenuti nella modalità di salvaguardia e immagazzinamento dei dati hanno trasformato la valenza economica di un settore divenuto parte integrante della strategia informativa aziendale
Tra gli hardware vendor che vantano un’offerta tecnologica completa di storage, Compaq è interessata ad apportare una significativa semplificazione attraverso l’introduzione di una nuova concezione denominata Private storage utility (Psu), una specie di pay-per-use applicato allo storage. Il vendor ha deciso di lanciare anche in Europa questa modalità, già adottata negli Stati Uniti, che permette alle aziende di utilizzare tutti i terabyte di cui hanno bisogno, corrispondendo in cambio un pagamento per le sole risorse storage effettivamente utilizzate.
Per fornire una risposta concreta all’enorme crescita del volume dei dati stimolata da Internet, la società sta inoltre lavorando con altri hardware vendor del calibro di Ibm per realizzare, entro il prossimo anno, uno standard di virtualizzazione per le San. Abbiamo chiesto a Vittorio Giovani, direttore della divisione storage di Compaq Italia da dove nasce l’interesse delle aziende dell’Ict nei confronti degli strumenti di storage. Lui ci ha invitato a guardare al problema da un’altra prospettiva, senza confondere causa ed effetto. Credo che invece di parlare di esplosione del mercato dello storage, sia più appropriato parlare di crescita esponenziale del mercato dell’Information Technology in risposta ai cambiamenti avvenuti nelle modalità d’immagazzinamento e salvaguardia dei dati aziendali. Se fino a qualche tempo fa le tecnologie di storage all’interno di un’azienda avevano il compito di memorizzare i dati, oggi lo storage rappresenta la gestione stessa dell’informazione aziendale che, con Internet, diventa fruibile in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Tutto ruota intorno a questo concetto e in quest’ottica non c’è dubbio che, sempre più, sarà l’offerta storage ad apportare valore nel business delle aziende, forse attraverso le San.
Come si evolvono gli strumenti di storage nell’era di Internet?
Indipendentemente dal tipo di storage che l’utente ritiene più adatto alle proprie specifiche esigenze aziendali, sia in ambito San, che in ambito Nas, l’offerta storage deve essere in grado di gestire le informazioni. Parliamo di soluzioni estremamente modulari, sia che ci si riferisca al segmento di prodotti entry level, che alle librerie, ma anche ai servizi software per il disaster recovery, e per la gestione delle San da parte dell’utente che, ricordiamo, deve essere in grado di operare in maniera centralizzata.
Nel termine gestione non sono inclusi solo gli aspetti di configurazione, ma anche quelli legati alle tecnologie di management e accounting, indipendentemente dal tipo di ambiente applicativo utilizzato dall’azienda cliente. Nell’era di Internet, infatti, cambia il modo d’interpretare lo storage come spazio da acquistare per immagazzinare i propri dati aziendali, ma si comincia a identificarlo come strumento attraverso cui si possono fare elaborazioni.
A quali settori di mercato si rivolge la vostra offerta di prodotto in ambito storage?
Nel mercato dell’Ict l’interazione tra aziende di diverso tipo è ormai una costante. A prescindere dalla tipologia di mercato cui ogni singola azienda appartiene, il vero aspetto accomunante è la gestione delle informazioni che viaggiano internamente, ma anche e soprattutto verso l’esterno. Se di gestione dell’informazione si tratta, diventerebbe riduttivo focalizzarsi in una specifica nicchia di mercato.
Che ruolo ha il canale nel veicolare la vostra offerta?
In base alle esigenze della nostra clientela siamo in grado di agire sul mercato italiano sia in maniera diretta, che tramite canale. Ma per attuare questa seconda possibilità, riteniamo d’importanza fondamentale la preparazione dei nostri partner nell’ambito più specifico dello storage.
Non si tratta solo di qualificazione tecnologica, ma anche di un vero e proprio training culturale e di mercato per far capire al canale come identificare la soluzione Compaq più appropriata rispetto alle esigenze del cliente.
Da dove nasce la virtualizzazione che volete realizzare?
Oggi la discussione ruota intorno ai concetti estesi di San e di Nas, e dello scambio d’informazioni che, tramite queste due tecnologie, è possibile realizzare.
Sono convinto che a breve si comincerà a discutere della possibilità di esonerare l’utente finale da tutte le incombenze tecnologiche che coinvolgono lo storage della sua azienda. L’idea di rendere virtuale l’offerta di tecnologie storage nasce dalla considerazione che l’utente deve essere in grado di gestire, in maniera trasparente, le proprie informazioni ovunque esse siano e in qualunque maniera siano allocate.