Gli “anti-Cisco” in cerca di confronto dalle Vpn al Wi-Fi

Aziende “vecchie”, che si potenziano, e nuove, che si presentano, lavorano pensando di erodere quote di mercato alla “regina delle reti”. Segno che il settore del networking sta vivendo una seconda primavera, ma anche che la tecnologia di base sta diventando matura.

Ci si è messa recentemente Juniper, che con un’acquisizione da 4 miliardi di dollari ha messo le mani su NetScreen, e con ciò sulle tecnologie di firewall e Vpn, per completare la propria offerta di networking. Lo scopo è chiaro: giocare direttamente sul terreno di Cisco. E se ancora vanno chiariti alcuni aspetti circa l’integrazione delle tecnologie della neo-acquisita, che, tra l’altro, per un gioco di matrioske porta in dote anche quelle di Vpn clientless di Neoteris (da questa comprata in precedenza), si coglie il primo di tanti piccoli segnali di risveglio del mercato networking. Un settore dove, infatti, non sono poche le società che, all’atto della presentazione di strategie e tecnologie, fanno il paragone con quelle della “regina delle reti”.


Va detto che una bella mano alla ripresa del settore (che, per come vanno le cose nell’It fa presto a diventare traino) la dà il tema della sicurezza. Molti dei competitor di Cisco, infatti, sono focalizzati proprio sul tema allargato della sicurezza (argomento, peraltro, per il quale Cisco ha pensato bene di stringere accordi con Ibm). Come l’israeliana Radware (che in Italia ha come partner Telecom, Hp, Siemens, Lutec e Programatica), che indirizza la propria R&D a sviluppare soluzioni di switching che incorporano la prevenzione dalle intrusioni e dai Denial of Service, producendo una tecnologia che fa fare un salto di qualità alle appliance, dandole dignità di dispositivi di rete cardine.


O come la neo-sbarcata ServGate, guidata da un “vecchio” timoniere come Gennaro Giachetta, che punta su soluzioni all-in-one per reti distribuite (ma anche per Pmi) che uniscono antivirus (McAfee), anti spam, filtro Url, Web caching, firewall e Vpn IpSec. Due i punti di forza, secondo Giachetta: l’adesione agli standard (a partire dall’Os: Linux) e l’affrancamento da Asic proprietari, e il cost of ownership delle soluzioni implementabili, nettamente inferiore a quello di architetture end-to-end stile Cisco.


E nello spazio Vpn, sta salendo di quota F5 Networks, con i FirePass Controller, che portano alto il vessillo del “clientless” networking, ovvero l’accesso remoto alle reti private virtuali senza le difficoltà e i costi di implementazione tipiche delle infrastrutture proprietarie.


Ma Cisco viene sfidata anche sul piano più tradizionale possibile, quello dei router. La tedesca BinTec (si veda Linea Edp n°6), infatti, pensa di aggiudicarsi un quinto del mercato italiano di questi classici dispositivi, su cui Cisco ha costruito buona parte delle proprie fortune. Le chiavi per farlo starebbero nella standardizzazione della tecnologia e nella sua onnicomprensività d’offerta, che, insieme, agiscono sul rapporto prezzo/prestazioni. E non poteva mancare anche il segmento più promettente del networking, il Wi-Fi, un’area che lo scorso anno ha generato un volume di affari mondiale di 2,5 miliardi di dollari, con trend di crescita trimestrale medio del 50%. Anche qui, ovviamente, Cisco la fa abbondantemente da padrona, su entrambi i segmenti del mercato: corporate, direttamente (con Symbol alle calcagna) e consumer, indirettamente, con la posseduta Linksys. Ma qui i competitor non dormono. E per una ascendente Netgear, c’è una Buffalo Technology che viene scalzata da una ben conosciuta D-Link.


Il quadro, quindi, è vivace. E a goderne è l’It nel suo complesso, che trae linfa per la propria sussistenza. Cisco compresa.

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