L’infrastruttura di rete realizzata da Extreme Networks per Sea accomuna i principali scali aeroportuali lombardi, tenendo conto degli ulteriori sviluppi futuri
Durante il completamento del progetto Malpensa 2000, Sea (Società
Esercizi Aeroportuali) si è mossa sul mercato per individuare una
tecnologia Lan che permettesse la condivisione dell’infrastruttura di
rete, aspetto che la soluzione presente nell’allora unico terminal
(un’installazione Ethernet a 10 Mbps basata su hub) non poteva
garantire. La scelta cadde su Atm, con un router dedicato a
interfacciare il traffico verso i dispositivi Ethernet, costituenti
il parco delle apparecchiature utente. Quando, nel 1999, fecero la
propria comparsa i router Gigabit Ethernet, in grado di convivere in
modo trasparente con la dorsale Atm, tale ambiente eterogeneo venne
riconsiderato, in vista della crescita futura di utenti e
applicazioni. È stato questo l’inizio di un cammino che ha condotto
al progressivo raggruppamento di tutto l’insediamento aeroportuale
gestito da Sea, compreso quello di Milano Linate, in un’unica
tecnologia di rete Gigabit Ethernet.
Sea si è rivolta a Extreme Networks per gli switch core e la
consulenza diretta sul progetto e come ricordato da Franco Tremolada,
responsabile telecomunicazioni Sea, «la tecnologia adottata ha
permesso di superare le limitazioni con cui Atm si sarebbe scontrata.
La prima fase di condivisione non ha presentato problemi e questo ci
ha permesso di pianificare la migrazione definitiva, completata
nell’ottobre scorso con lo spegnimento dell’ultimo apparato Atm
esistente». Le considerazioni che hanno portato a questa scelta
risiedono soprattutto nell’affidabilità dei protocolli 802.x e nella
possibilità di definire parametri QoS (Quality of Service).
Una realtà complessa
La struttura aeroportuale è complessa, distribuita fisicamente su
un’area di diversi chilometri quadrati, con necessità in costante
evoluzione e di non facile previsione. In particolare, la rete
supporta un’applicazione centrale basata su Sun Solaris, che
costituisce l’airport operational database. Quest’ultimo raccoglie
informazioni provenienti da reti esterne e le scambia con le
applicazioni interne responsabili, ad esempio, dell’utilizzo delle
infrastrutture da parte dei vari operatori, dello smistamento dei
bagagli e dell’informativa al pubblico, effettuata tramite monitor e
tabelloni elettronici. Tra le funzioni integrate in rete vi sono
l’assegnazione dei gate e delle piazzole di parcheggio, la gestione
dei banchi del check-in, la condivisione di dati relativi ai servizi
prestati agli aeromobili in sosta e altre applicazioni minori. Queste
funzioni complementari sono gestite prevalentemente da sistemi Linux
multivendor e devono essere in grado di colloquiare tra loro.
L’implementazione fisica dell’infrastruttura, inoltre, è
concettualmente lineare, dal momento che prevede semplicemente
apparati core e di periferia.
In virtù dei risultati raggiunti, le apparecchiature Extreme (Black
Diamonds 6808, Alpine 3808, Summit 200 a 24 e 48 porte, Summit 48si)
rappresentano il punto di partenza anche per quelli che potrebbero
diventare gli sviluppi futuri (Sea potrà apportare autonomamente
tutte le modifiche all’estensione della rete programmate a scadenza
biennale). «Il fornitore ha colto le nostre esigenze, particolari
rispetto ad altri contesti, e ci ha permesso di migrare dalla
precedente infrastruttura in due anni senza creare disservizi», ha
spiegato Leonardo Dalle Rive, responsabile sistemi informativi Sea.
L’esperienza ha consigliato l’allargamento della rete anche
all’aeroporto di Milano Linate, che con Malpensa costituisce un
singolo ambiente collegato con link geografici, e ha giocato un
importante ruolo di referenza per analoghe realizzazioni negli
impianti di Orio al Serio e in Argentina, a Buenos Aires.