Gestire, integrare e proteggere l’It aziendale. La mission di Ca

Forte di un’offerta di 1.100 soluzioni per la medio-grande impresa, Computer Associates si presenta sul mercato come uno degli interlocutori più completi per supportare i Cio nell’ottimizzazione delle strutture It. Un anno molto positivo per la filiale nazionale.

 


Con una mossa dettata dal desiderio di offrire al mercato e agli azionisti la massima trasparenza sulla propria gestione aziendale, nell’ottobre del 2000 Computer Associates ha avviato una ricontabilizzazione del bilancio, che portava a calcolare le revenue su base mensile. Quindi, se oggi la società stipula un contratto valido un anno, l’importo viene equamente distribuito per i dodici mesi, mentre prima veniva contabilizzato tutto all’inizio, nel periodo della stipula. Questo nuovo modello di business ha comportato delle perdite, che però la società, trimestre su trimestre, va riducendo. È in quest’ottica, quindi, che va letta la perdita netta di 44 milioni di dollari registrata nel terzo trimestre (chiuso il 31 dicembre) dell’esercizio 2002/2003, mentre il fatturato è salito a 778 milioni (+4% rispetto allo stesso periodo di un anno prima).


Ma, come ci spiega in quest’intervista Alfonso Nobilio, country manager di Ca Italia e regional manager anche di Spagna, Portogallo, Grecia e Turchia, il ritorno all’utile potrebbe già arrivare alla fine dell’esercizio in corso, che chiude il 31 marzo, o al massimo entro i primi due trimestri del prossimo esercizio.

In Italia i dati del bilancio 2002 di Ca parlano di un fatturato di 110,6 milioni di euro, pari a una crescita del 7,5% sull’anno precedente, mentre l’utile netto è salito a 8,7 milioni che si confrontano con 1,6 milioni di un anno prima. A pochi giorni dalla chiusura di marzo, ci può anticipare come è andato l’esercizio 2003?


"Pur rischiando di apparire presuntuosi, il nostro Ceo ha definito l’Italia uno dei fiori all’occhiello dell’Europa, in quanto ci siamo attestati su una crescita a due digit, rispetto a un anno fa, tenendo presente che gli analisti hanno stimato sotto il 7% l’aumento del mercato software nel 2002".

Queste performance a che cosa sono dovute?


"Abbiamo posto grande attenzione alle esigenze del mercato e in particolare ai nostri interlocutori, che sono i Cio di grandi realtà che operano nella finanza, nell’industria e nei servizi. Fondamentalmente, dalla nostra esperienza sul campo abbiamo rilevato una forte esigenza, da parte dei responsabili dei sistemi informativi, di "gestire, integrare e proteggere" il parco applicativo, che forse ha avuto una proliferazione un po’ incontrollata in epoca di new economy. E per un Cio voler risolvere i problemi sopra citati significa per forza avere a che fare con Ca, anche se non intendo necessariamente scegliere noi. Tuttavia dal momento che operiamo nel software a 360°, abbiamo una competenza che pochi competitor hanno e quindi la nostra opinione va almeno consultata. In Ca abbiamo sempre pensato che sia meglio servire il mercato con un’approccio di evoluzione piuttosto che di rivoluzione. Riteniamo, infatti, che l’avvento di nuove tecnologie e nuove applicazioni, in particolare in ambito Internet, sia un qualche cosa che si deve affiancare a quanto c’è già in uso in azienda. Per fare un esempio, i mainframe da anni sono dati per morti, mentre invece sono più che mai saldi nel loro ruolo e ancor oggi ospitano quasi l’80% delle applicazioni mission critical delle imprese. Quindi, data la nostra esperienza, quando si tratta di "omogeneizzare" delle applicazioni di business residenti su piattaforme o tecnologie diverse, anche di vecchia data, noi ci troviamo proprio nel nostro core business, perché da anni, e vorrei dire con una certa preveggenza, trattiamo proprio queste problematiche".

Oggi, inoltre, le aziende sentono in maniera più pressante, rispetto a qualche anno fa, l’esigenza di proteggere le proprie soluzioni.


"In effetti gli strati di sicurezza applicativa presenti su soluzioni che utilizzano Internet sono diversi da quelli che vengono utilizzati su applicazioni residenti su mainframe e diversi anche da quelli utilizzati per applicazioni di business, che girano in ambienti Unix. Però, alla fine, per una società il business è unico, per cui ha davanti tre problemi: come proteggere le applicazioni, come gestirle centralmente e come stoccare le moli di dati di cui dispone. Il tutto, tradotto in linguaggio Computer Associates, significa parlare di Unicenter, l’infrastruttura comune di gestione dei sistemi, della suite eTrust, strumenti che consentono di gestire in maniera centralizzata tutto quanto riguarda la sicurezza e di BrightStor per lo stoccaggio dei dati".

Un altro problema delle aziende, sentito soprattutto in momenti di crisi, è quello della razionalizzazione delle strutture tecnologiche.


"Questo è un altro punto a cui volevo arrivare. Per esempio, in un merging bancario, oltre a fare un piano d’impresa che deve portare a dei risultati entro tre anni, spesso si devono effettuare tagli del personale e anche omogeneizzare le operazioni d’acquisto e la gestione dei fornitori. E oggi, quanti sono i fornitori di It in grado di consolidare un’offerta che tenga conto di queste problematiche? Attualmente Ca ha circa 1.100 soluzioni che vengono sviluppate su tutte le piattaforme presenti e questo è un approccio che portiamo avanti dall’inizio degli anni 90".

Recentemente Ca si è distinta per il forte commitment su Linux, dove vanta oltre 60 applicazioni. Perché credete così tanto in questo Os libero?


"Perché Linux, nelle grandi aziende, diventerà una partizione dell’ambiente mainframe. Per i clienti questa scelta si tradurrà in un grosso risparmio, ma presenterà pur sempre il problema della gestione, in quanto sarà un altro sistema che si affiancherà a quelli già esistenti, con il vantaggio, però, che le applicazioni hanno un costo ridotto rispetto a Unix e sono molto più facili da implementare. Inoltre, non va trascurato che Linux può contare su una significativa presenza sul mercato di persone specializzate. Ritornando alla nostra offerta, questa è divisa in infrastrutture e in gestione delle informazioni. Quest’ultima area, a prescindere dal valore intrinseco delle varie soluzioni, che comprendono lo sviluppo applicativo, la gestione del ciclo di vita delle applicazioni, i portali, la Business intelligence e la gestione dei dati, ha una grossa importanza, perché viene incorporata nelle soluzioni infrastrutturali e questo ci dà un grosso vantaggio competitivo. Per Ca parlare di infrastruttura s’intende avere a che fare con Unicenter, mentre parlare di gestione delle informazioni si intende, soprattutto, un qualcosa che possa tramutare il dato in conoscenza. Ha cercato, quindi, di capire come generare conoscenza a livello più tecnico, per cui semplicemente ha preso parte del software già presente in casa e creato uno strumento di Business intelligence relativo alla parte più tecnologica per le aziende, che possa in qualsiasi momento aggregare le informazioni della gestione dei sistemi, dello storage e soprattutto quelle relative alla parte security. Per cui abbiamo utilizzato una strato di tecnologia per consolidare e rendere user friendly, integrandole in una specie di cruscotto, chiamato Portal Service, tutte le informazioni relative ai tre principali brand, prima accennati, di Ca".

Tra le priorità dei Cio ci sono anche i tempi di realizzazione di un progetto e il Roi.


"Queste priorità oggi si sposano perfettamente con il nostro nuovo modello di business, basato su una politica di licenze che va da un minimo di un mese a un massimo di tre anni. Quando avviamo un progetto, noi ci impegnamo con il cliente a definire un programma molto dettagliato e a verificare, passo dopo passo, che rispettiamo quanto concordato e i tempi di realizzazione. Diversamente, se non dovessimo mantenere le promesse, siamo pronti a ritirarci. Va però detto che se falliamo, compromettiamo la nostra credibiltà sul mercato, per cui il nostro commitment verso la soddisfazione dell’utente è improntato al massimo impegno. In questa fase schieriamo una struttura di servizi interna, fatta da tecnici altamente specializzati, oltre 150 in Italia su 324 dipendenti, dedicata esclusivamente all’implementazione delle nostre soluzioni, in quanto non facciamo system integration, ma interveniamo solo sui nostri prodotti".

Quali sono i fronti tecnologici su cui Ca sarà impegnata in futuro?


"Sono l’ambiente Linux, wireless e Web service. Ma per diffondere queste nuove tecnologie ci attendiamo anche una maggior spinta dal Governo, perché l’Italia è ancora piuttosto arretrata rispetto alle altre nazioni più industrializzate. Infatti, conta solo un 31% della popolazione che naviga su Internet, mentre la banda larga è ancora un grosso problema e l’Umts stenta a decollare. Manca, quindi, un’infrastruttura adeguata per l’innovazione e il Governo deve impegnarsi a mantenere le promesse fatte".



Avete dei programmi che verificano presso i clienti il loro grado di soddisfazione nei vostri confronti?


"Abbiamo diverse strutture dedicate al cliente. Una è la Customer Relationship Organization, il cui ruolo è quello di verificare direttamente presso l’utente il grado di soddisfazione verso la società e il tipo di servizio che si aspetta. Questa è una struttura di puro costo per Ca. Poi abbiamo una struttura tecnica di pre-vendita, che va dal cliente insieme al commerciale, per analizzarne le esigenze, e una di servizi che segue la parte implementazione. A queste realtà si affianca una struttura di education, che fa formazione sui nostri prodotti e una di supporto tecnico, divisa in maiframe e distribuito. Va anche detto che Ca è risultata a livello mondiale una delle società in cui si lavora meglio, per cui l’attenzione verso i nostri dipendenti e verso i clienti fa parte del nostro Dna".

Come sta andando la partnership siglata con Poste Italiane?


"La joint venture costituita nel ’99 assieme a Poste Italiane ha dato luogo alla creazione del Consorzio Pegasus, che aveva l’obiettivo di realizzare l’infrastruttura informatica del sistema postale. Il progetto è andato molto bene e si è esaurito dopo tre anni, nel maggio del 2002. In sintesi abbiamo introdotto due novità: una rete a protocollo Ip e un sistema informatico distribuito, che prevedeva la presenza di 65mila pc. Oggi, dopo aver vinto una gara pubblica, abbiamo stipulato un nuovo contratto che prolunga la nostra collaborazione. Per noi Poste Italiane è uno dei più importanti clienti, per cui viene seguito con la massima attenzione, anche perché ci ha consentito di vivere un’esperienza che poche società possono vantare".

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