Gartner si confronta con le Soa

La società di consulenza analizza le problematiche delle Service oriented architecture

Attorno alle Soa, il clima sta diventando sempre più caldo, a causa della pressione dei fornitori di software e di infrastrutture, dei vari player come Ibm, Bea Systems, Microsoft e Oracle, ma anche dei fornitori di pacchetti applicativi. Da dieci anni Gartner monitorizza il fenomeno con un convegno europeo (l’edizione 2007 si terrà a Roma dal 19 al 20 giugno) che quest’anno «si occuperà non solo di integrazione di applicazioni, ma anche dello sviluppo – ci spiega in questa intervista Massimo Pezzini, vice president distinguished analyst di Gartner -. Per cui parliamo di applicazioni ad ampio raggio, di architettura Soa e sue evoluzioni. Partiamo dalla considerazione di fatto che, dopo anni in cui si parla di Soa, oggi si sta vedendo qualcosa, in quanto gli utenti stanno investendo in questa direzione. E per utenti intendo non solo i grandi, ma, e questa è la novità, anche le aziende medie, quelle che hanno un dipartimento It di almeno 30 persone, e capacità di spesa di una certa consistenza».


Ma questo fermento si avverte anche in Italia?


«Da noi c’è una forte attenzione nei confronti di questo tema da parte della grande impresa, soprattutto nell’ambito di banche e assicurazioni, telecom e utility e alcune sono anche in una fase di adozione piuttosto avanzata, in quanto iniziano a porsi varie problematiche, come la governance, che è associata alle Soa. Infatti, al convegno parleremo di Soa, affronteremo gli aspetti tecnologici, dagli Esb (Enterprise service bus) al Business process management, ma anche gli aspetti di metodologie di sviluppo applicativo, cioè cosa significa, dal punto di vista metodologico, adottare un’architettura Soa, quando si devono sviluppare o integrare nuove applicazioni. Tratteremo anche temi di governance, quali sono i processi critici che è necessario mettere in opera per gestire una Soa di successo e ancora il tema delle best practice, cosa fare, cosa non fare e gli aspetti tecnologici. Poi, cerchiamo di dare una visione del dopo la Soa, cosa ci si può aspettare a livello di sviluppi da queste tecnologie e architetture, sia dal punto di vista concettuale, sia dal punto di vista tecnologico».


In sintesi, quali benefici ci si può aspettare?


«I maggiori benefici si riassumono nei seguenti punti: il primo è il tema del riutilizzo, poi la possibilità di ridurre la complessità del sistema informativo a livello di applicazioni e di avere un numero minore di servizi applicativi, che poi vengono riutilizzati all’interno di diverse applicazioni. Quindi, oltre a una diminuzione, nell’area It, dei costi legati allo sviluppo e alla manutenzione, a livello business c’è, invece, l’attesa di ottenere una maggiore flessibilità e agilità operativa. Ma tutto questo non è gratis. Legato al raggiungimento di questi benefici, prima c’è una problematica di investimenti e costi relativi all’architettura Soa. I benefici vengono dopo. Quindi, il problema è spiegare all’It manager e al business che un investimento in chiave Soa si fa oggi, ma i benefici si vedranno più in là nel tempo».


E guardando agli sviluppi futuri delle Soa?


«Ci sono due/tre temi che riteniamo importanti. Uno è il discorso dell’information management. Il problema è che, ormai, le fonti di informazione, all’interno delle aziende, stanno proliferando all’infinito, per cui inizia a porsi un problema di gestione delle informazioni, che non sono più i dati classici, ma varie forme di contenuti, dall’Mp3 ai documenti, alle pagine Web. Il patrimonio informativo di un’impresa è ormai disponibile in una varietà infinita di formati, che devono essere in qualche modo gestiti. Un altro tema è quello dell’opensource, che sempre più viene utilizzato nell’ambito di progetti di sviluppo applicativo Soa. Quindi, è importante capire quanto mature siano queste tecnologie e quanto utilizzabili in questo contesto».


Vanno, quindi, secondo Gartner, valutate con cautela?


«Sì, infatti, il nostro obiettivo nel corso della conferenza è di discutere quali sono pronte per un utilizzo massiccio, quali devono essere prese con un po’ di cautela e quali sono, invece, immature. Quindi, il discorso dell’opensource è importante. Accenneremo anche al tema del Software as a Service, che è assolutamente rilevante. In un’architettura Soa, alcuni servizi possono essere acquisiti da fornitori di Software as a Service. Parleremo anche delle strategie dei vendor di soluzioni applicative, in questo contesto. Poi, parleremo di due o tre temi avanzati, ciò che chiamiamo “event driven architecture”, che noi consideriamo un’estensione della Soa e il tema che noi chiamiamo “extreme transation processing”, cioè l’utilizzo di tecnologie standardizzate per lo sviluppo di applicazioni transazionali di larga scala.

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