Gartner racconta Linux

L’analista riprende in mano dopo tre anni le proprie deduzioni strategiche sul mondo open source e trova delle conferme.

A distanza di tre anni e mezzo dal rapporto precedente, Gartner aggiorna le proprie visioni sulle potenzialità di modificare le abitudini informatiche che avranno Linux e l’open source in genere.


L’analista snocciola le proprie deduzioni strategiche attorno ai seguenti punti: la compenetrazione fra comunità e Web che trasforma i sistemi operativi in una commodity; la trasformazione di Unix in qualcosa di meno gigantesco; l’uscita dal mercato di alcuni fornitori di piattaforme midrange; il grosso potenziale del mercato dei servizi; la revisione verso il basso dei costi di licensing degli Os e i cambiamenti nei modelli di distribuzione.


Quanto alla deduzione circa i frutti virtuosi che l’innesco del forte senso della comunità, che ha sempre caratterizzato il mondo open source, sul Web sia in grado di produrre in materia di “banalizzazione” delle funzioni di base di sistema operativo (a cui Gartner attribuisce una buona probabilità che si verifichi entro i prossimi due anni), se vogliamo è la più facile e ovvia. Quello che Gartner sottolinea è il definitivo superamento della visione “romantica” del panorama open source, con l’entrata nel vivo dello sviluppo di sistemi operativi funzionanti. La comunità, si nota, si è dimostrata in grado di strutturarsi, nel pieno rispetto delle liberalità, con la forma di gruppi selettivi per responsabilità.


Il che ha prodotto buoni e promettenti lavori circa temi concreti di un sistema operativo, cioè load balancing, caching, Dns e Ssl e la loro integrazione con lo scenario dei Web service.


I fronti dove Gartner vede segni di necessario miglioramento per l’open source e Linux sono quelli del clustering ad alta disponibilità, del system management e del middleware transazionale.


Buone probabilità l’analista le assegna al fatto che entro i prossimi due anni Unix possa trarre beneficio dalla creascente popolarità di Linux. In sostanza dovrebbe verificarsi un approccio al “gigante” Unix da parte di realtà di taglio medio, attratte dal modello “cost saving”. Il paradigma di attacco al mercato midrange ha visto un ruolo chiave per Linux nell’ambito front-end, con Unix che girava nel back-end. Lo scenario, si è notato, è senza dubbio meno eterogeneo di quello che vede Windows girare nel front-end e Unix sugli host. Tale circostanza, ovvia quanto si vuole, farebbe in alcuni casi da prodromo a un fenomeno di sostituzione di Unix con Linux, quantomeno sui server di fascia bassa. Il tutto, data la genesi comune, comunque, dovrebbe garantire la coesistenza di Linux e Unix nei sistemi informativi, in maniera più agile (e più garantista per Unix) di quella che vedrebbe come controparte Windows.


In linea con precedente deduzione strategica, Gartner vede il verificarsi di una uscita di alcuni vendor dall’attuale mercato dei sistemi operativi per dedicarsi ad altri obiettivi strategici. In sostanza, ciè che prevede l’analista è un consolidamento del mercato Os unix, dove sopravviveranno Aix, Hp-Ux e Solaris, mentre i fornitori di Unix di nicchia (Sgi Irix e Caldera Unixware) saranno costretti a migrare a Linux.


Altra deduzione riguarda le revenue attese dal mercato Linux, dove il grosso, cioè il 60%, sarà fatto con i servizi di supporto (installazione, manutenzione, aggiornamento, eccetera), il 30% con servizi “raffinati”, riguardanti l’high availability clustering e il system management (con un mercato che, rileva l’analista, in cui il 20% dei server che saranno venduti da qui al 2006 saranno destinati ai cluster) e solo il 10% con le utility.


E l’ondata Linux travolgerà il mercato anche sotto il profilo dei costi. In sostanza, essendo Unix così intimamente legato a Linux, risentirà anche del fattore “gretuità di base”. Quindi ci si attende un rimbalzo in risparmio nei budget attorno al 20%. Del resto, il successo di un web server come Apache è sempre lì a testimoniarlo.


Infine, il concetto di distribuzione delle applicazioni, con Linux che ha fatto delle distribuzioni la propria arma, sta cambiando. Lo testimoniano RedHat e Suse, che “si legano” a Db2 (o viceversa), così come sono attesi sullo stesso fronte società come Novell, Oracle e Veritas.


In sostanza, i trend ravvisati già tre anni fa da Gartner sono stati confermati dal mercato, e i prossimi anni saranno il banco di prova finale per verificare il cambiamento della fruizione di sistemi operativi. E il fatto che anche Microsoft riconosca ormai sempre più spesso l’importanza della comunità, la dice lunga.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome