Gartner prevede la ripresa tra il 2003 e 2004. Ma non sarà boom

Un certo pessimismo sulla rinascita, a breve termine, dell’economia mondiale e del settore Ict, in particolare, ha caratterizzato gli interventi degli analisti riuniti nel recente Symposium di Firenze. Al centro, il ruolo che deve giocare il responsabile dell’It aziendale.

I due anni precedenti hanno rappresentato il cammino più difficile di ogni Cio: dal più roseo dei momenti alla più nera delle notti e tutto nel breve volgere di alcuni mesi. Con questa frase Michael Fleisher, chairman e Ceo di Gartner, ha aperto la terza edizione del Symposium/Itxpo di Firenze.


In questo momento di incertezza, definito dalla società di analisi come "il Gap year" e caratterizzato anche da un netto calo di interesse per le grandi strategie e le previsioni a lungo termine, i circa mille partecipanti provenienti da tutta Europa si sono trovati di fronte un Gartner molto concreto, aggressivo e decisamente orientato alla tattica, alle tecniche di sopravvivenza. Più di 40 gli analisti e circa 100 le presentazioni.


Oggi è più che mai necessario riflettere a fondo prima di iniziare nuovi progetti. Gartner sostiene, infatti, che il 70% dei progetti It, anche se tecnicamente ottimi, non rispetteranno il Roi previsto per il primo anno. Anche l’investimento, da molti già fatto, in tecnologie emergenti come gli Web service, non darà alcun risultato reale prima di 2-3 anni. Inoltre i venture capitalist, veri "innamorati delusi" dell’It negli ultimi anni, stanno trovando un nuovo sbocco nelle biotecnologie, iniziando a gettare le basi per un nuovo settore tecnologico: la bioinformatica.


"Non date ascolto agli indicatori macroeconomici e alle parole dei governi che parlano di ripresa – incalza Fleisher – il 2002 è e rimarrà difficile per tutti, e per la ripresa dovremo aspettare fra il 2003 e il 2004. Non abbiamo indicatori che ci parlino di una ripresa degli investimenti nell’It. I budget sono di fatto congelati".


"La ripresa che arriverà – prosegue Fleisher – non vedrà un nuovo boom, ma il consolidamento del business e l’adozione delle sole tecnologie necessarie".


Digerire tutta la tecnologia acquisita avrà un notevole costo per le aziende e inciderà pesantemente sulle modalità di gestione dei progetti. In questo momento la chiave della rinascita non è solo il contenimento dei costi, ma un più forte e attento controllo sulle attività e una quasi maniacale propensione alla tattica. Mai come ora si dovrà parlare di e-business, tecnologia al servizio del business aziendale. La navigazione a vista dell’informatica si baserà su progetti brevi, strettamente connessi alle esigenze primarie del business. Tutto il Symposium di quest’anno è stato costruito intorno alla riflessione che sia il 2002 un anno di Gap, che le successive fasi di ripresa e di consolidamento saranno radicalmente diverse dalle precedenti. Secondo David Flint, Gartner Research director "a partire dal 1999, per motivi diversi, molti Cio hanno acquisito hardware, software e disponibilità di banda a un livello tale che non utilizzeranno mai ed è venuto il momento di analizzare questi sprechi e iniziare da un confronto costruttivo con i propri manager sui livelli di servizio effettivamente necessari all’azienda".

Le cause del Gap


Il Gap non è stato generato solo dall’indigestione tecnologica illustrata da Flint, ma anche dalle errate previsioni dei fornitori di tecnologia che ritenevano ancora valido il paradigma secondo il quale una azienda continua ad acquisire tecnologia indipendentemente dalla sua maturazione o dal suo reale impiego.


Non è casuale che proprio in questo periodo i manager d’azienda stiano accusando sempre più spesso i propri Cio di "aver creato enormi progetti a lungo termine, di aver richiesto enormi investimenti in risorse e dissanguato l’azienda" provoca Peter Sondergaard, Head of Research Gartner Emea, e non è sempre possibile rispondere con il sarcasmo di Steve Prentice, vice president, director of Research Gartner Emea che sottolinea "non sapevano cosa volevano e quando alla fine hanno deciso, problemi di project management e utenti poco collaborativi hanno ucciso il progetto. Non è colpa nostra".


È possibile, comunque, girare a favore questo anno di Gap: il Cio deve staccarsi dalla tecnologia, che deve comunque continuare a padroneggiare, per divenire uomo di business: deve mettere la sua esperienza e le sue capacità tecnologiche a disposizione dei processi aziendali, completandoli e supportandoli bilanciando l’iniezione tecnologica con una loro adeguata modellazione.


Il Cio ha oggi una concreta possibilità di meritarsi un posto nel board della sua azienda. Gli uomini di business hanno sempre creduto che l’informatica fosse al loro fianco non solo tecnologicamente, ma anche operativamente, nel loro business di tutti i giorni. È venuto il momento di dimostrarlo con piccoli ed essenziali progetti, con un Roi breve, un delivery rapido e funzionalità non gonfiate da necessità strategiche o tecnologiche. Approfittiamo di questo anno per avvicinare sempre più la tecnologia alle reali esigenze aziendali.


Si deve entrare nei processi, costruire e gestire relazioni e contratti, trasformare l’outsourcing in una filosofia che si stacca dalla semplice area funzionale fino ad arrivare a intere parti dei processi aziendali che non rappresentano il "core business".


Per troppo tempo si sono confusi i processi aziendali con la loro componente tecnologica. Jennifer Kirkby, Research director, Gartner G2, sostiene, ad esempio, che "esiste una grande confusione fra il Crm come strategia di business e il Crm in termini di tecnologia necessaria. Anche in questo caso è necessario analizzare il proprio business, ben consapevoli che ogni scelta potrà essere supportata da tecnologia esistente".


"Un buon Cio – sostiene Flint – non cercherà di essere esente dalle politiche di contenimento dei costi, me cercherà di impegnarsi da subito a ridurre il carico finanziario per crearsi quella credibilità necessaria a consolidare il futuro".

Le previsioni


Anche se il ruolo del Cio è oggi primariamente tattico, non possiamo evitare di guardare ai prossimi anni. Gartner ritiene che la sola certezza del futuro risiede oggi nella totale incertezza.


"Non c’è un’altra bolla tecnologica all’orizzonte, ma un insieme di tecnologie che devono ancora dire la loro, nel bene e nel male" sostiene Sondergaard.


"Dopo l’enorme investimento nello sviluppo delle tecnologie connesse al mobile – osserva Prentice – il settore subirebbe un vero tracollo senza un adeguato ritorno. Questo è già un chiaro incentivo". A breve termine è quindi il wireless che deve essere tenuto sotto controllo. Un dispositivo mobile perennemente online rappresenta il più potente canale oggi immaginabile, ed è impossibile pensare a un business che si possa permettere di ignorarlo. Il periodo 2004-2006 vedrà la maturazione delle tecnologie connesse ai Web service. Nonostante Nick Jones, un altro analista di Gartner affermi che "le aziende europee sono già oggi a non più di 30 secondi di Web service di distanza", Steve Prentice ritiene che "il valore reale dei Web services emergerà non appena la tecnologia maturerà, il modello di business dei fornitori sarà chiaro e stabile e i clienti ne avranno percepito le applicazioni".


Oggi come oggi secondo Prentice "i Web services sono una soluzione in cerca di problemi".


Più avanti nel tempo, spingendoci fino al 2010, sarà l’Information technology connessa alle biotecnologie a fungere da elemento trainante. Questa previsione è anche dettata dal fatto che le società di Venture Capital sono comunque già ora alla ricerca del prossimo "fenomeno .com"

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