Molti progetti che si presentano come il futuro del retail sono teorici o quantomeno troppo avveniristici.
Moby Mart, sviluppato dalla svedese Wheelys con la collaborazione della Hefey University cinese, è stato invece già concretizzato come progetto pilota a Shangai e se ne prevede il debutto commerciale nel 2018.
Si tratta di un approccio atipico rispetto ad altri progetti di punti vendita futuristici: non è studiato per i grandi nomi del retail ma per essere acquistato e gestito da singoli imprenditori o gruppi di persone.
L’idea alla base di Moby Mart è infatti quella di replicare, attualizzandolo, il modello del negozio “familiare” che la grande distribuzione e i centri commerciali hanno reso impraticabile in molti centri urbani. Il concetto è pensato soprattutto per i piccoli centri dove le grandi catene non hanno convenienza ad essere presenti, cosa che costringe gli abitanti a spostarsi per trovare punti vendita sufficientemente forniti.
Wheelys ritiene invece che il retail vada man mano evolvendo verso una polarizzazione, almeno per certi tipi di acquisti: da un lato i piccoli punti vendita sempre (o quasi) aperti con spazi e volumi contenuti ma un’offerta di prodotti abbastanza estesa, dall’altro lo shopping online “alla Amazon” che sta toccando anche l’ambito dei prodotti freschi. Moby Mart è la rivisitazione del primo approccio.
Un Moby Mart è in sintesi un punto vendita di piccole dimensioni (ospita al massimo tre-quattro persone), in grado di spostarsi autonomamente per servire diversi piccoli centri o più zone di un medesimo centro più grande. Non ha personale: il cliente entra sbloccando l’ingresso con una app, sceglie ciò che vuole ed esegue anche il checkout autonomamente (non ci sono casse). Idealmente l’offerta di prodotti è quella di un negozio di alimentari “esteso”, con anche giornali e qualche accessorio. Il cliente può comunque ordinare anche prodotti diversi, che troverà nel suo Moby Mart il giorno successivo.
La guida autonoma è una parte importante del progetto Moby Mart, anche se al momento è ancora in secondo piano. Idealmente un punto vendita potrà spostarsi da solo per visitare più luoghi e magari anche raggiungere direttamente i clienti che hanno ordinato merci particolari. A fine giornata i Moby Mart si recheranno in un magazzino centrale per il rifornimento delle merci, ma si pensa anche a “scambi” tra punti vendita vicini e alla consegna di prodotti usando droni.
Tecnologia a parte, un Moby Mart è strutturalmente molto semplice e questo consente di proporlo a costi relativamente contenuti: la stima del prezzo finale è intorno ai 30 mila dollari. A queste cifre si propone come un investimento per chi non potrebbe aprire un negozio convenzionale a causa dei prezzi degli affitti nei centri urbani.