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Il futuro del business è nelle tecnologie vocali

Spitch è una società svizzera nata tre anni fa a Zurigo, con uffici a Londra e Madrid e ora a Milano, che fa solo tecnologie vocali. Ma le fa con un livello di densità notevole, che si spinge all’identificazione biometrica.

E lo fa sulla scorta di una preparazione tecnologica che affonda le radici nel solco della ricerca e sviluppo russa. Programmatori giovani, agili, svelti, svegli, che capiscono e immaginano. Hanno immaginato quello che oggi è per tutti una realtà, i chatbot, ma lo hanno fatto anni fa, lavorando su algoritmi che oggi possiamo definire avanzati.

Spitch propone la propria tecnologia vocale a grandi strutture, come banche, assicurazioni, realtà sanitarie società di trasporto, che utilizzano le tecnologie vocali di interazione per gestire le relazioni con i clienti.

Alexei Popov, ceo di Spitch

Ma ci sono degli elementi differenzianti, come sottolinea il ceo Alexei Popov: “Solitamente si dice che le tecnologie vocali aumentano la customer experience e diminuiscono i costi. Facile da dirsi difficile da farsi. Va visto il business case, ogni volta. Dare semplicemente la tecnologia non funziona. Va conosciuto il workflow per implementare bene la tecnologia“.

E oltretutto i business case vanno fatti anche in breve tempo, perchè i tempi del business sono cambiati.

Tecnologie vocali, buon campo in Italia

Anche in Italia. Spitch ha avviato a cavallo dell’anno la propria filiale nazionale affidandone il marketing a Rosa Maria Molteni. A Piergiorgio Vittori è affidato il ruolo Global Development Director.

Scommettiamo sul business italiano” dice Shoin Hatano, italianissimo business development di Spitch. L’anno scorso nel mondo il 20% delle ricerche sono state vocali. E considerata la propensione degli italiani a utilizzare il telefono, la società elvetica ha visto buoni margini di sviluppo sul nostro territorio.

Ma cosa offre alle realtà nazionali? Parlano gli use case.

In campo fintech non si tratta di implementare le password vocali, “tecnologie superate e craccabili – dice Hatano -. Noi analizziamo il timbro vocale in linguaggio naturale. Con identificazione di uno a un milione. In pratica il sistema capisce chi sono anche se non gli dico il mio nome“. Una tecnologia applicabile per garantire la sicurezza delle comunicazioni e individuare i frodatori.

Il riconoscimento vocale in linguaggio naturale è utilizzabile anche per chiamate outbound, per effettuare recupero crediti soft tramite robot.

Ampio spazio c’è anche per l’automazione richieste standard per il phone banking, dato che 80% delle richieste sono sempre le stesse. Anche su mobile app.

Con le tecnologie vocali di Spitch si possono implementare protocolli automatici di keyword detection e di riempimento automatico di form filling. E poi si fa la sentiment analysis in base al tono di voce.

Fattori differenzianti della tecnologia vocale di Spitch sono quindi la personalizzazione totale, rapido time to market (da settimane a massimo due mesi), a prescindere da dove è la struttura di contatto, on premise o in un Service provider.

Mantra di Spitch è che il cliente deve imparare a usare la tecnologia. Pertanto viene formato a farlo e gli vengono consegnati, come ai partner, i tool di sviluppo per gestire la tecnologie (al contrario di chi ci costruisce servizi professionali).

Una tecnologia, giusto per fare qualche esempio, usata dalle ferrovie svizzere per la ricerca vocale dei trasporti pubblici via app.

O usata da Bps-Sberbank, grande banca bielorussa, per gestione chiamate in linguaggio naturale. A Minsk il 20% delle richieste sono gestirte dagli agenti, il restante 80% automaticamente, con chatbot e IVR, tramite un PBX Cisco UCCE.

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