Fujitsu Siemens guarda alla filiera più che ai distretti

A colloquio con Pierfilippo Roggero, amministratore delegato della filiale italiana di Fujitsu Siemens Computers. Un consuntivo sull’esercizio appena concluso e gli obiettivi strategici.

2 aprile 2004 Un incremento del 600% negli
utili, che toccano a fine marzo i 57 milioni di euro. È questo il dato più
significativo dell’esercizio chiuso il 31 marzo scorso per Fujitsu
Siemens Computers
.
L’effetto dollaro ha un po’ penalizzato il
fatturato, che risulta in lieve calo rispetto 5.337 milioni di euro
dell’esercizio precedente, malgrado la crescita del 19% nelle unità vendute.

Nell’insieme, però, la società si dichiara soddisfatta sia per il risultato,
sia per essere riuscita a incrementare le proprie quote di mercato, in un anno
che non può certo essere annoverato trai i più semplici.
Anche se, come
sottolinea l’amministratore delegato della filiale italiana Pierfilippo Roggero
il brand ha ancora bisogno di una buona spinta per crescere: è ancora un
marchio meno conosciuto di quanto meriterebbe e che si porta in eredità il peso
specifico di due brand con una forte valenza individuale
”. Il risultato
ottenuto nell’esercizio 2003-2004 affonda le sue radici in una strategia
aziendale intrapresa ormai da un paio d’anni, tesa alla ridefinizione dei
processi interni, all’ottimizzazione dei flussi, agli investimenti nelle
fabbriche e che si è tradotta nel potenziamento delle risorse destinate alle
attività di vendite, marketing e servizi. Per quanto riguarda il solo mercato
italiano, Roggero ne definisce l’andamento “speculare” rispetto a quello della
casa madre: “un primo semestre con un calo del 9% al quale ha fatto però da
contraltare un secondo semestre in crescita del 20%, tanto che l’anno si è
concluso con una crescita nell’ordine dell8% rispetto al precedente esercizio.
In Italia è stato particolarmente positivo l’andamento del segmento notebook,
sia per quanto riguarda le vendite al mercato professionale, sia per quanto
riguarda l’area consumer, che addirittura ha messo a segno un incremento del
50%. In questo caso stiamo riscuotendo molto interesse presso quegli utenti che,
nell’acquisto di un notebook, non cercano il primo prezzo, quanto un prodotto di
fascia medio-alta
”.
Senza picchi di crescita il mercato dei grandi
clienti, bene il comparto delle telecomunicazioni, interessante l’andamento
delle piccole e medie imprese presso le quali hanno avuto riscontro positivo le
iniziative condotte in collaborazione con i partner del canale indiretto.

Roggero si dice convinto della necessità di un approccio diverso al mercato
delle pmi: “I player It fanno ancora fatica a comprendere e accettare le
difficoltà di accesso al credito da parte di questa categoria di clienti, ma da
parte loro le pmi fanno fatica a concepire la tecnologia come volano per lo
sviluppo. In questo contesto è chiaro che si deve intervenire in modo diverso. A
mio avviso, piuttosto che sui distretti ritengo sia importante intervenire sulle
filiere. È a livello di filiera, infatti, che i processi risultano discontinui e
disconnessi. Ed è sempre a livello di filiera che è necessario far capire il
beneficio dell’innovazione. Del resto lo si è ripetuto fin troppo: non manca la
tecnologia, non manca l’infrastruttura, non mancano le soluzioni: manca la
cultura. E se tutti siamo d’accordo sul fatto che sia necessario compiere un
grosso lavoro educativo, meno chiaro è invece chi è disposto a farlo e chi è in
grado di recepirlo
”.

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