Fra ristoranti e piccoli negozi regna il digital divide

Una ricerca di Freedata analizza le situazione di micro e piccole imprese. E spiega che per le Associazioni c’è molto lavoro da fare

Il digital divide è lì. Annidato fra le pere e i mandarini del fruttivendolo
sotto casa, negli scaffali del piccolo supermercato o in quel ristorantino dove
si mangia così bene. Proprio lì, fra le microimprese italiane, quelle non
esposte alla concorrenza internazionale che hanno pochi stimoli verso
l’innovazione che nasce l’arretratezza della struttura industriale italiana. Una
situazione che Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict che aderisce
a Confcommercio, mette a nudo grazie a una ricerca realizzata da Freedata.



A differenza di altre indagini di questo tipo che
sondano la fascia sopra delle imprese sopra i cinquanta dipendenti, Assintel
questa volta ha voluto sapere cosa succede in quel mondo sconosciuto
formato da aziende individuali, micro e piccole imprese
. Il risultato
conferma la crescita della penetrazione del pc al crescere delle dimensioni con
il commercio al dettaglio che ha una penetrazione del 55,3%, il commercio
all’ingrosso del 91,8% (qui si trovano le imprese di maggiori dimensioni), i
pubblici esercizi del 66,5%, i servizi del 84,5%.


Nell’analisi di Freedata le imprese sono state
suddivise in low, medium e high tech. Nel commercio al
dettaglio le prime valgono il 52,1% del totale e si caratterizzano per una bassa
diffusione del pc, scarsa connessione a Internet e utilizzo nullo dei programmi
gestionali. Le medium sono il 32,4% del totale hanno una dotazione completa di
pc e Internet, utilizzo diffuso di Office, ma nullo di gestionali. Il rimanente
15,5% occupa la fascia alta. Fra queste aziende compaiono i primi server
e gestionali
e si fa largo un utilizzo della rete per fini di
business.





Utilizzo di un server, di un programma per la
gestione dei fornitori e di un servizio di home banking sono le tre variabili
che segmentano il commercio all’ingrosso. In questo caso le low tech (45,3%)
hanno un’alta diffusione dei pc, utilizzano Office e software per la gestione
della contabilità. Le medium (30,1%, si differenziano dalle precedenti
soprattutto per i diversi applicativi utilizzati) hanno un’alta diffusione di
server, scarso utilizzo di gestionali e fruizione della rete per fini di
business. Infine le high tech (24,6%) che oltre ai server usano i palmari,
gestiscono la contabilità con i gestionali e utilizzano la rete, per esempio,
per i loro rapporti con i fornitori.




Il panorama cambia decisamente nei pubblici
esercizi
dove le low sono il 40,1%. Queste aziende hanno raramente un
pc, non conoscono i software gestionali e usano poco Internet. Il 50,4% rientra
fra le medium che hanno pc e Internet, utilizzano Office e hanno il sito
Internet. Probabilmente in questa fascia numerosi sono gli alberghi che si sono
dovuti attrezzare con Internet per gestire richieste di informazioni e
prenotazioni e allestire un sito Internet per farsi conoscere anche in rete. La
fascia delle più tecnologiche comprende solo il 9,5% e prevede la presenza di
server e palmari, programmi gestionali e della rete come normale strumento di
business.





Infine ci sono i servizi con le imprese poco
tecnologiche che valgono il 36,7% del totale, possiedono un buon numero di pc,
di pacchetti Office, ma usano poco Internet. Il gruppo più numeroso è quello
delle medium che raccoglie il 52,3% delle aziende. Si tratta di piccole imprese
dotate di server, raramente un gestionale e spesso l’home banking o un sito
Internet. Le medium si differenziano dalle aziende molto tecnologiche (che
valgono il 10,1%) anche a causa delle diverse attività svolte. Servizi di
autotrasporto e logistica comportano infatti un intenso utilizzo di applicativi
recenti per la gestione della logistica. Anche in questo caso abbiamo una buona
diffusione di server e palmari l’utilizo di gestionali e della rete anche se in
questo caso non si può parlare di utilizzo intenso. A livello di aree
geografiche il Sud
si caratterizza per la minore penetrazione di pc,
per la maggiore presenza di aziende low tech ma anche per la maggiore densità di
aziende ad alto livello tecnologico.


Le differenze che attraversano i vari segmenti presi in esame dalla ricerca
di Freedata si spiegano soprattutto con il mancato interesse
da parte delle aziende low tech ad alzare il loro livello
tecnologico. Secondo Valeria Severini di Freedata “chi ha la tecnologia
ne percepisce i limiti”
e capisce quali sono gli ostacoli per la
crescita che vanno dai costi alla mancanza di conoscenze, alla sicurezza,
mancanza di soluzioni adatte o alla rigidità delle soluzioni software. Tutti
ostacoli che toccano meno chi la tecnologia non la utilizza perché un’azienda è
low e rimane tale soprattutto perché manca l’interesse. Non hanno il pc perché
non lo sanno usare e non capiscono a cosa possa servire.


Una mancanza di conoscenza che, come ha sottolineato Giorgio Rapari
presidente di Assintel lascia grande spazio all’azione delle
Associazioni
che, secondo i dati della ricerca hanno più margine
d’azione per colmare il gap fra imprese medium e high e possono favorire
l’accesso alla rete operando sui costi delle tlc oltre che favorire l’incontro
tra i bisogni delle aziende e l’offerta di prodotti It. Proprio per questo nei
prossimi mesi Assintel farà partire un tour itinerante che
cercherà di spiegare agli associati di Confcommercio i vantaggi dell’utilizzo
dell’It in azienda.

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